
Per la loro capacità di immagazzinare anidride carbonica, le foreste rappresentano uno dei nostri alleati più preziosi nel contrastare l’aumento delle temperature e la crisi climatica. Anche questa volta, però, l’uomo è riuscito a danneggiare una risorsa indispensabile: 10 foreste patrimonio dell’UNESCO, secondo il report World Heritage forests: Carbon sinks under pressure, sono diventate emettitori di CO2, rilasciandone più di quanta sono in grado di trattenerne.
Attività come la deforestazione, lo sfruttamento agricolo, e gli incendi sempre più frequenti, hanno impoverito in vent’anni queste 10 straordinarie aree verdi protette, scrigno di bellezza e biodiversità. Sono 3,5 milioni gli ettari di foresta persi, secondo lo studio condotto da Tales Carvalho Resende (Unesco), David Gibbs e Nancy Harris (World Resources Institute), Elena Osipova (International Union for Conservation of Nature), dal 2000 ad oggi.
Nell’elenco, tra i 10 siti emettitori, oltre agli statunitensi Yosemite National Park e il Grand Canyon National Park, si trovano il Waterton Glacier International Peace Park tra Canada e Stati Uniti; la foresta pluviale tropicale di Sumatra; le Greater Blue Mountains in Australia; la Riserva della Biosfera del Río Platano in Honduras; il bacino Uvs Nuur in Russia e Mongolia; il Morne Trois Pitons National Park in Dominica; le montagne Barberton Makhonjwa in Sud Africa e il Kinabalu Park in Malesia. Il record negativo è detenuto dalla foresta pluviale di Sumatra: ogni anno, emette 3 milioni di tonnellate di anidride carbonica più di quelle che è in grado di assorbire e stoccare.
L’UNESCO tutela nel mondo 247 foreste, considerate siti di straordinario valore ecologico e ambientale. Di queste, ormai solo 166 provvedono a immagazzinare anidride carbonica in maniera efficace, contribuendo al benessere del clima. Per altre 81, invece, la CO2 emessa è sostanzialmente pari a quella assorbita, e la loro influenza positiva sul clima è in questo modo annullata. È necessario prendere atto di questa grave perdita e impegnarsi per impedire che altre foreste possano diventare, da alleati, nemici dell’ambiente.