Prima la neutralità climatica, poi la negatività delle emissioni di CO2: in Finlandia la rivoluzione green è legge

Dopo il voto del parlamento, la Finlandia ha deciso il proprio percorso verso la sostenibilità: basandosi anche sulla responsabilità storica del paese nella crisi climatica, punterà sulla neutralità climatica entro il 2035 e sull’assorbimento di più CO2 di quanta ne emette entro il 2040.
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Gianluca Cedolin 7 Giugno 2022

Dopo il voto del parlamento finlandese dello scorso 25 maggio, nessun paese al mondo ha obiettivi climatici tanto ambiziosi quanto la Finlandia, che attraverso una legge si è imposta di raggiungere la neutralità climatica entro il 2035 e poi, nei successivi cinque anni, di diventare carbon negative, cioè di assorbire più CO2 di quanta ne emette.

Solo il Sudan del Sud, secondo Net Zero Tracker, ha fissato prima la data di raggiungimento delle zero emissioni nette (nel 2030), ma essendo un paese in via di sviluppo il suo target dipenderà molto dagli aiuti e dall'andamento della finanza internazionale.

L'esempio dato dalla Finlandia non sta però tanto nell'urgenza con cui il paese scandinavo (e soprattutto le sue istituzioni e la sua politica) ha capito di dover tagliare drasticamente le emissioni, o per meglio dire non solo, quanto soprattutto nel metodo e nel percorso che hanno portato alla definizione di tali obiettivi.

A fissarli, intanto, sono stati gli scienziati del Finnish climate change panel, che hanno poi passato alla politica i risultati della loro analisi.

La ministro capo della Finlandia, Sanna Marin

Questa è partita da un dato: a livello globale, da qui al 2050 possiamo emettere al massimo circa 400 Gigatonnellate di CO2 per avere buone possibilità di contenere l'aumento di temperatura entro gli 1,5°C rispetto all'era preindustriale, obiettivo chiave per evitare catastrofi climatiche sempre più frequenti e violente.

In base a questo, il gruppo di esperti ha studiato un metodo per suddividere il budget globale basandosi sulla popolazione, sull'abilità di ridurre le emissioni e (cosa inedita e fondamentale) sulla responsabilità storica della Finlandia per aver causato la crisi climatica. In base ha questo, il panel ha concluso che una quota equa per la Finlandia ammonta a 79 milioni di tonnellate anidride carbonica equivalente per il periodo 2020-2050.

La ministra dell'Ambiente finlandese Emma Kari ha definito "molto importante" che l'obiettivo sia stato fissato da dei ricercatori e da delle persone appartenenti alla comunità della scienza climatica.

Per raggiungere il primo obiettivo, quello della neutralità climatica, la Finlandia deve abbandonare sempre più in fretta i combustibili fossili, sostituendoli con le rinnovabili. Nel 2019 il 62% dell'energia primaria in Finlandia veniva da fonti rinnovabili, principalmente biomasse, ma la Finlandia (anche per via delle sue temperature), è un paese con un alto consumo di energia pro capite (il 50% superiore alla media dei paesi Ocse).

Per il secondo obiettivo, quello di diventare carbon negative, è fondamentale arrestare la deforestazione in corso.