Quando difendere i diritti dell’ambiente costa la vita: nel 2019 uccisi oltre 300 attivisti

I numeri allarmanti arrivano con un rapporto della Ong Front Line Defenders: centinaia di attivisti perdono la vita per difendere i loro territori.
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Alessandro Artuso 18 Maggio 2020

Difendere i diritti delle persone e dell'ambiente è un grosso rischio in alcuni Paesi dove si rischia persino la vita. I dati allarmanti sono stati lanciati dalla Ong Front Line Defenders che a Dublino ha presentato il report Global Analysis 2019. Durante lo scorso anno oltre 300 attivisti persero la vita in 31 nazioni differenti. I numeri fanno paura, ma allo stesso tempo riflettere, vista la lunga lista di persone uccise.

I numeri

Il triste primato spetta all'America Latina con circa due terzi degli omicidi commessi. Brasile, Colombia, Filippine, Honduras e Messico sono le zone più a rischio per gli attivisti ambientali che ogni giorno si battono per posti più puliti. Sicuramente ricorderai la storia di Adán Vez Lira della quale ti avevo parlato non molto tempo fa.

Per cosa si muore

Si uccide in questi luoghi per l'ambiente che si tenta di difendere, persino a costo della vita, ma anche i diritti delle popolazioni indigene. All'interno del documento non ci sono soltanto numeri, ci sono storie, lotte senza armi, tanto coraggio e determinazione. Difendere il proprio territorio dalle ingiustizie e dai poteri forti, che puntano a distruggere le foreste oppure inquinare l'ambiente con spregiudicatezza, è un grande atto di coraggio.