“Quella per l’ambiente è una partita che non possiamo perdere”. Intervista a Morten Thorsby, l’anima green della Serie A

È arrivato dalla Norvegia a bordo di un’auto elettrica, raccoglie la plastica abbandonata sulle montagne liguri e ha fondato un’organizzazione per portare la sostenibilità nel mondo del calcio, che sogna in prima linea nella battaglia per l’ambiente. Una chiaccherata con Morten Thorsby, un ambientalista in serie A.
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Sara Del Dot 26 Luglio 2021

Norvegese, classe 1996 e centrocampista della Sampdoria, Morten Thorsby è il giocatore di serie A con cui puoi parlare di cambiamenti climatici e transizione ecologica in mezzo a un campo da calcio vuoto a due passi dal Parco nazionale dello Stelvio.

Conosciuto nel mondo green soprattutto per essere arrivato a Genova dalla Norvegia a bordo di un’auto elettrica ma anche perché si dedica spesso ad attività di plogging sulle montagne liguri, Morten racconta di aver iniziato a interessarsi ai temi ambientali a 18 anni. Allora giocava in Olanda e aveva molto tempo libero a disposizione che ha usato per leggere, informarsi e scoprire che l’essere umano aveva perso completamente la connessione con la natura rompendo tutti i delicatissimi equilibri con gli ecosistemi. La situazione è apparsa talmente chiara e precaria ai suoi occhi da metterlo in crisi nel suo ruolo di calciatore professionista. Ha vissuto un periodo molto difficile in cui si è domandato più volte se il suo mestiere potesse conciliarsi con tutto ciò che gli accadeva attorno e che non riusciva più a ignorare. Alla fine ha capito che avrebbe potuto, anzi dovuto diventare sempre più bravo e usare il suo ruolo e la sua visibilità per portare avanti le battaglie in cui credeva. Esattamente come sta facendo ora.

“Quando parlo di cosa posso fare come persona, come individuo per aiutare l’ambiente, dico sempre che abbiamo quattro ruoli: siamo consumatori, lavoratori, proprietari e cittadini. Come consumatori dobbiamo comprare le cose giuste, e comprarne meno. Come lavoratori dobbiamo utilizzare le nostre competenze e capacità per portare avanti la nostra battaglia, come faccio io in quanto calciatore e come fai tu come giornalista. Come proprietari dobbiamo utilizzare i nostri soldi per migliorare ciò che possediamo, ad esempio intervenire sull’efficienza energetica delle nostre case o investire in compagnie che promuovono la transizione ecologica. E infine come cittadini dobbiamo sfruttare la nostra democrazia per scegliere dei leader politici che possano dare una spinta a questo cambiamento.”

Lucido, consapevole e determinato, Morten Thorsby non si ferma alla sensibilizzazione ma, negli ultimi tempi, è passato ai fatti per provare fino all’ultimo a innescare un cambiamento in un settore, quello del calcio, che è ancora un po’ indietro in questo senso ma che spera si porrà sempre più in prima linea in una battaglia attraverso cui potrebbe smuovere molte coscienze. Prova concreta di tutto questo è We Play Green, l’organizzazione nata da poco attraverso la quale Morten vuole creare una transizione sostenibile nel calcio, un mondo che conta 3,5 miliardi di abitanti.

“Con We Play Green vogliamo attivare la comunità del calcio, usando la potenzialità di questo sport per incentivare il cambiamento sostenibile. In questo senso abbiamo tre progetti: uno per le squadre, la Sustainability League che consiste in una Champions League della sostenibilità in cui le squadre potranno competere per essere sostenibili. Per i giocatori è previsto un programma per diventare un ambasciatore ambientale e abbiamo anche un fan club per unire tutti i fan del calcio con una sostenibilità ambientale”.

Una rivoluzione complicata forse, ma che qualcuno, prima o poi, doveva innescare. Perché, come dice Thorsby, “This is a game we can’t afford to lose”. Questa è una partita che non possiamo permetterci di perdere.

Credits

Intervista di Sara Del Dot

Riprese di Giacomo Ramadoro

Montaggio di Simone Iavazzo