
Il 18 aprile in Svizzera i cittadini hanno votato a favore di un referendum sulla Legge sul clima e sull'innovazione, lo strumento principale per raggiungere la neutralità climatrica entro il 2050. Per le forze progressiste il voto è stato un pleibiscito, cercano di recuperare la sconfitta le destre, che ora propongono un ritorno al nucleare. La Legge sul clima e sull'innovazione svizzera prevede: "la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici o alimentati con olio o gas con impianti più rispettosi dell’ambiente", tramite un fondo di due miliardi di franchi; un incentivo pari a 1,2 miliardi di franchi "per le imprese del settore industriale e artigianale che adottano tecnologie innovative per una produzione ecocompatibile".
Questi sono i punti centrali della "legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica (LOCli)", con la quale il Consiglio federale e il Parlamento svizzero vogliono rendere il Paese meno indipendente dal punto di vista delle importazioni di energia e più incisivo nel rafforzamento della protezione sul clima.
I cittadini svizzeri sono preoccupati dello stato dei ghiacciai nel loro territorio, per capire di cosa stiamo parlando basta guardare ai dati: dal 1931 al 2016 il volume dei ghiacciai si è ridotto del 50%.
"Cantoni e Confederazione avranno il compito di adottare misure volte a proteggere l’uomo e la natura dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici", si legge nel comunicato dell'UFAM, l'ufficio federale dell'Ambiente svizzero. Per progredire verso la neutralità climatica, la Confederazione e i Cantoni hanno predisposto una serie di misure concrete per i privati:
Contro questo disegno di legge è stato presentato un referendum che è stato votato il 18 giugno. Il PS svizzero e i Verdi hanno celebrato il Sì alla legge sul clima come una grande vittoria, tanto che sui social hanno celebrato il risultato del referendum. "Il chiaro risultato mostra che la popolazione vorrebbe maggiori investimenti governativi per combattere il cambiamento climatico", scrivono i verdi svizzeri. Bastien Girod, consigliere nazionale ZH, aggiunge: "Noi Verdi abbiamo condotto con successo una campagna in parlamento per una controproposta indiretta e di ampia portata che fissa l'obiettivo di zero netto al più tardi per il 2050, oltre a rafforzare la promozione della sostituzione del riscaldamento e dell'innovazione climatica".