Regata Oxford contro Cambridge, acque del Tamigi inquinate: quali sintomi hanno accusato i partecipanti e qual era la causa

La più famosa regata d’Inghilterra tra le Università di Cambridge e Oxford ha fatto più parlare di sé per via delle infezioni da Escherichia coli accusate da diversi partecipanti. Il batterio ha provocato disturbi a livello intestinale, nausea, vomito e collassi subito dopo la gara.
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Kevin Ben Alì Zinati 3 Aprile 2024
* ultima modifica il 03/04/2024

Cambridge ha battuto Oxford ancora una volta ma la storica regata che da sempre contrappone le due più prestigiose università del Regno Unito ha fatto parlare più che dei vincitori di chi è invece stato male.

Sì, perché l’Oxford University Boat Club ha confermato che tre membri della propria squadra maschile di canoa avevano sofferto di un forte mal di stomaco prima di gareggiare contro gli storici rivali.

La colpa con tutta probabilità è delle acque del Tamigi, sporche e inquinate da Escherichia coli, un batterio che può causare serie e gravi malattie intestinali nell’uomo.

Ogni anno le squadre maschili e femminili dei due atenei si sfidano lungo il fiume più importante del Paese in uno spettacolo di storia e tradizione ma questa volta le cose sono andate in maniera un po’ diversa.

Alcuni canottieri hanno contratto l’infezione in maniera importante, finendo per essere colpiti da attacchi di nausea e vomito mentre altri hanno avito veri e propri collassi subito dopo la conclusione della gara.

Le cause dell'inquinamento sono state attribuite agli scarichi inquinanti versati nel Tamigi da diverse aziende limitrofe. In particolare, la Thames Water era già stata segnalata per l’eccezionale quantità eccezionali di liquami riversati nelle sue acque.

Nonostante moltissimi ceppi di Escherichia coli siano innocui per l’uomo, ce ne sono alcuni che all’opposto possono arrecare problemi di varie gravità.

Questi batteri sono responsabili di crampi nella zona addominale, vomito e diarrea e atri disturbi gastrointestinali.

Il batterio dell’Escherichia coli può essere contratto dall’acqua contaminata così come dal cibo, specialmente se crudo come frutta e verdura, ma anche da latte non pastorizzato e carne non adeguatamente cotta.

L’infezione può risultare molto pericolosa per i bambini piccoli e gli anziani, più suscettibili a forme di insufficienza come la sindrome emolitico uremica.

Nel peggiore dei casi, l’infezione da E. coli può arrivare a provocare cistiti e infezioni delle vie urinarie più o meno gravi ma anche quadri più severi e più rari di polmoniti, meningiti e gravi quadri di setticemia.

Come ricorda l’Humanitas, ad oggi non esiste un farmaco capace di prevenire l’infezione da Escherichia coli. È importante semmai fare prevenzione adottando comportamenti capaci di abbassare il livello di rischio, come per esempio evitare cibi poco cotti, lavare accuratamente quelli crudi così come tutti gli utensili da cucina e, ovviamente, le proprie mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno, dopo aver cambiato pannolini o essere entrati in contatto con animali.

Fonti | Ospedale San Raffaele di Milano

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