L'Italia è un esempio virtuoso nel riciclo, con il 72% dei rifiuti avviati a riciclo nel 2020. Tuttavia, questo dato non riflette la realtà effettiva: ad oggi, solo il 18,4% dei materiali che avviamo al riciclo, riesce ad essere riutilizzato nel processo di produzione di nuovi prodotti.
Inoltre, l'esportazione di rifiuti verso Paesi con standard ambientali meno rigorosi rappresenta un problema serio, con conseguenze negative per l'ambiente e la salute pubblica.
Nonostante l'Italia vanti un sistema di raccolta differenziata tra i più virtuosi in Europa, diverse criticità ne minano l'efficacia e ostacolano il raggiungimento di un modello di gestione dei rifiuti realmente sostenibile.
Un primo problema riguarda la qualità dei materiali raccolti: non tutto ciò che viene conferito nella raccolta differenziata è effettivamente riciclabile.
Ad esempio, la plastica con il codice 7, che include alcuni tipi di multistrato e bioplastica, non è sempre riciclabile.
A questo si aggiunge la scarsa qualità di molti rifiuti raccolti, spesso sporchi o miscelati con altri materiali non riciclabili. Questo rende il processo di selezione e lavorazione più complesso e oneroso, con una conseguente riduzione del materiale effettivamente riciclabile.
Un'altra criticità è la mancanza di impianti di riciclo adeguati sul territorio italiano. Seppur in crescita, il numero di impianti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda di trattamento dei rifiuti differenziati, soprattutto per alcuni materiali come la plastica. Questo comporta l'esportazione di parte dei rifiuti verso altri paesi, con un impatto negativo sull'ambiente e sull'economia nazionale.
Infine, il costo elevato del riciclo rappresenta un ulteriore ostacolo. In alcuni casi, il processo di riciclo può risultare più costoso rispetto allo smaltimento in discarica, disincentivando alcune aziende dal conferire correttamente i propri rifiuti.
L'Italia, secondo i dati della Commissione europea, nel 2022 sono state esportate più di 31,1 milioni di tonnellate di rifiuti oltre i confini europei. Il peso di tutti questi rifiuti corrisponde a quello di oltre 300 mila balenottere azzurre.
Mentre i rifiuti commercializzati all'interno dell'UE, sono stati ancora di più: 70 milioni di tonnellate.
Si tratta proprio di un business, che nel 2021, solo in Europa, ha raggiunto il valore di circa 50 miliardi di euro.
Il problema è che se questi rifiuti da riciclare arrivano in Stati dove gli standard ambientali non sono garantiti, o comunque dove non ci sono abbastanza controlli,
L'esportazione di rifiuti verso paesi con normative ambientali più permissive, seppur legale, nasconde una realtà allarmante che rappresenta una vera e propria minaccia per l'ambiente e la salute delle popolazioni locali.
La mancanza di controlli adeguati nei paesi di destinazione apre le porte a pratiche illegali come lo smaltimento in discariche abusive o l'incenerimento incontrollato, rilasciando nell'ambiente inquinanti atmosferici, idrici e del suolo con conseguenze gravissime per la salute umana e per gli ecosistemi.
Un esempio lampante è la tragedia di Agbogbloshie, in Ghana, dove la discarica a cielo aperto più grande dell'Africa occidentale ha avvelenato le falde acquifere e causato malattie respiratorie e tumori tra la popolazione locale.
Oltre all'inquinamento, questa pratica rappresenta una forma di sfruttamento inaccettabile. I paesi più poveri diventano letteralmente le discariche dei paesi più ricchi, subendo le conseguenze nefaste di un modello di produzione e consumo insostenibile.
Secondo il Global Alliance on Waste Incineration, nel 2019 i flussi di rifiuti elettronici verso i paesi in via di sviluppo sono ammontati a 53 milioni di tonnellate, con un aumento del 120% in soli 16 anni.
Di fronte a questa emergenza, sono necessarie urgenti misure più stringenti per il controllo dei flussi di rifiuti e il sostegno ai paesi in via di sviluppo nello sviluppo di sistemi di gestione dei rifiuti sostenibili e rispettosi dell'ambiente.
Per affrontare la sfida della gestione dei rifiuti e costruire un futuro più sostenibile, è necessario adottare un approccio olistico che abbracci diverse strategie chiave.
Solo adottando un approccio olistico che integri queste diverse strategie sarà possibile costruire un sistema di gestione dei rifiuti più efficiente, sostenibile e rispettoso dell'ambiente, per un futuro migliore per le persone e per il Pianeta.
Quindi, per superare le criticità e rendere il sistema di riciclo italiano più efficiente e sostenibile è necessario, quindi, un impegno congiunto da parte di cittadini, imprese e istituzioni. Investimenti in impianti di riciclo moderni, campagne di sensibilizzazione per migliorare la qualità dei rifiuti differenziati e misure di sostegno alle aziende virtuose sono solo alcuni dei passi necessari per costruire un futuro più verde e circolare.