Riportare la vita negli oceani all’antico splendore è possibile. Come? Lo spiega uno studio

La stima dei costi relativi agli interventi di conservazione della biodiversità marina, di controllo dell’inquinamento e di riduzione delle emissioni di gas serra si aggira tra i 10 e i 20 miliardi dollari all’anno, ma i benefici sarebbero a lungo termine. Se prese fin da subito, queste misure potrebbero consentire il sostanziale recupero della vita marina già entro il 2050, sostengono gli scienziati.
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Federico Turrisi 3 Aprile 2020

La nostra esistenza dipende dal mare, riportiamolo a come era una volta! La conservazione e l'uso sostenibile delle risorse marine è stata inserita tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ma, anziché tutelarlo, il genere umano lo sta alterando in maniera sconsiderata. Pensa solo alla pesca intensiva o all'inquinamento causato dalla plastica e da altre sostanze chimiche. E poi c'è il cambiamento climatico: la costante crescita delle emissioni di gas serra, per esempio, è la causa dell'acidificazione degli oceani, altro importante fattore che sconvolge la vita delle creature marine, dai coralli ai crostacei.

Sul tema gli scienziati di solito lanciano (giustamente) avvertimenti. Questa volta parliamo però della parte propositiva: non tutto è perduto, possiamo ricostruire la vita nei nostri ecosistemi marini entro il 2050, prendendo fin da subito le dovute misure. A sostenerlo è uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, condotto da un team internazionale di ricercatori guidato da Carlos M. Duarte, ecologo marino e attualmente docente alla King Abdullah University of Science and Technology di Thuwal, in Arabia Saudita.

Gli esperti sono partiti dall'analisi dei benefici offerti dalle aree marine protette e da altri progetti di conservazione dell'habitat e della biodiversità. I ricercatori sottolineano che non esiste la bacchetta magica per ripristinare gli ambienti marini, ma che occorrono interventi su larga scala e dunque grossi investimenti. Nello studio si parla di 10-20 miliardi di dollari all'anno, ma il ritorno economico è stimato in 10 dollari per ogni dollaro investito.

Hanno dunque delineato alcune linee d'azione: adozione di un modello di pesca sostenibile, per rendere più rapido recupero degli stock ittici, interventi di mitigazione dei cambiamenti climatici (il che significa un drastico taglio delle emissioni di gas a effetto serra a livello globale) e infine misure per limitare l'inquinamento marino.

Nonostante tutti i danni dell'uomo negli ultimi decenni, insomma, gli oceani sono in grado di dimostrare una certa resilienza; con una serie di interventi si potrebbe accelerare il tasso di recupero della vita marina e ottenere un sostanziale recupero entro due o tre decenni. È tutt'altro che un sogno irrealizzabile rivedere i mari popolati di specie considerate ora a rischio estinzione. Bisogna allora intensificare i nostri sforzi nel campo della tutela ambientale. Questa è la grande sfida dell'umanità.

Fonte | "Rebuilding marine life" pubblicato su Nature il 1 aprile 2020.