
In questi giorni abbiamo affrontato diverse volte il discorso della transizione energetica. Lo abbiamo fatto parlando con esperti che ci hanno spiegato quale sia la situazione attuale del nostro Paese rispetto alla dipendenza dalle fonti fossili e soprattutto quali treni abbiamo perso nella corsa verso le rinnovabili. E un punto fondamentale che abbiamo sollevato è come nel 2014 lo sviluppo degli impianti si fosse bloccato perché erano venuti meno sussidi e investimenti. L'ingegnere Alex Sorokin, per conto di Legambiente, ha allora fatto i conti di quanta potenza avremmo potuto avere oggi se avessi continuato con i ritmi di installazione degli impianti che avevamo tra il 201o e il 2013. La conclusione ha un peso, soprattutto in questo momento storico: oggi potremmo importare il 70% di gas in meno dalla Russia.
Sorokin ha incrociato le statistiche di Terna relative al solare ed eolico, le cosiddette FER, che mostrano come tra il 2010 e il 2013 viaggiavamo su un incremento annuale di 5.900 MW in più ogni anno. Se avessimo proseguito, nel 2022 avremmo potuto contare su 50mila MW di impianti in più rispetto a quelli che già abbiamo e a 90 TWh di energia elettrica ulteriore. Facendo i conti, insomma, saremmo arrivati a quest'anno potendo dire addio al consumo di 20 miliardi di metri cubi di gas metano. E oggi, lo sappiamo, significa anche evitare di finanziare la guerra di un Paese contro un altro Paese.
"Dati di proiezione importanti che indicano come i governi, che si sono succeduti in questi anni, abbiano sottovalutato l’importanza e le grandi potenzialità delle rinnovabili", commenta Legambiente. E lancia un appello al governo affinché si approfitti della situazione storica per sganciarsi il più possibile dal gas e investire su una produzione di energia più sostenibile. Di tempo, dicono, ne abbiamo già perso.