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Se non riduciamo il consumo di carne del 75% sarà impossibile rispettare gli obiettivi climatici

Secondo uno studio dell’Università di Bonn i cittadini di Europa, Nord America e Australia consumano molta più carne di quella che dovrebbero, con conseguenze sull’ambiente e sul clima, ma anche sulla salute delle persone. Ogni europeo, in particolare, ne consuma fino a 80 kg ogni anno.
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Martina Alfieri 3 Maggio 2022

Ormai sappiamo che se vogliamo davvero condurre uno stile di vita sostenibile e ridurre il nostro impatto sull’ambiente dobbiamo anche rivedere le nostre abitudini alimentari, a partire dal consumo di carne. Secondo un nuovo studio realizzato dall’Università di Bonn, soprattutto nei Paesi più ricchi del mondo, di carne ne mangiamo davvero troppa: dovremmo consumarne ogni anno almeno il 75% in meno.

Se tutti gli abitanti della Terra consumassero la stessa quantità di carne degli europei e dei nord americani, non avremmo alcuna speranza di raggiungere gli obiettivi climatici internazionali”, sottolinea Matin Qaim, uno degli autori dello studio Meat Consumption and Sustainability, pubblicato sulla rivista Annual Review of Resource Economics.

Come emerge dalla ricerca, infatti, ogni cittadino europeo consumerebbe in media circa 80 kg di carne all’anno: una quantità insostenibile sia per il Pianeta che per la nostra salute. Sappiamo bene che gli allevamenti, soprattutto quelli intensivi, contribuiscono ad aggravare la crisi ambientale e climatica. Per contenere l’impatto degli allevamenti a scopo alimentare, lo studio stima che dovremmo ridurre il nostro consumo di carne a 20 kg all’anno.

Diventare tutti vegani o vegetariani è dunque la soluzione? La risposta non è così scontata. Secondo gli autori dello studio, anche seguire tutti diete esclusivamente plant based avrebbe degli aspetti negativi da considerare: ad esempio, ci sono alcune regioni del Pianeta dove verdure e legumi possono difficilmente essere coltivati, mentre è possibile crescere dei pascoli. In queste zone, dove le proteine vegetali sono carenti, l’allevamento attento e sostenibile potrebbe continuare a essere praticato.

Anche se nei Paesi più ricchi e industrializzati – in cui il consumo di carne è maggiore – sta aumentando l’attenzione verso una dieta sempre più sostenibile e a base vegetale, è importante continuare a incentivare scelte alimentari consapevoli per cercare di ridurre gli ingredienti di origine animale sulle nostre tavole.

Gli autori dello studio arrivano addirittura a ipotizzare – per Europa, Nord America e Australia – un aumento delle tasse che riguardano proprio gli alimenti di origine animale: “La carne ha un alto costo ambientale, che non si riflette nei prezzi attuali. Sarebbe del tutto ragionevole e corretto che i consumatori condividessero di più questi costi".