Non tutte le persone si trovano bene con la coppetta mestruale. Non tanto dal punto di vista pratico ed igienico (la coppetta è igienica e sicura quanto gli assorbenti), quanto da quello anatomico. Prevedendo un inserimento particolare e una sorta di "effetto sottovuoto", alcune persone percepiscono fastidio.
Esiste però un'alternativa altrettanto economica e altrettanto sostenibile: in silicone medicale e riutilizzabile come la coppetta, il disco mestruale ha una forma differente e un inserimento un po' diverso.
Ecco come funziona questo prodotto per l'igiene mestruale eco-sostenibile che può sostituire gli assorbenti usa e getta facendo risparmiare denaro e riducendo i rifiuti indifferenziati.
A una prima occhiata il disco mestruale ricorda un diaframma contraccettivo, e in effetti prende spunto proprio da esso (molte persone lo usavano a questo scopo ancora prima che esistesse in commercio un vero e proprio menstrual disc). Come il diaframma, si tratta di un dispositivo flessibile a forma di cerchio sottile progettato per appoggiarsi all'osso pubico catturando il flusso mestruale. Realizzato solitamente in silicone medicale, questo dispositivo può essere riutilizzato per anni e anni, riducendo così l'impatto ambientale associato all'uso di prodotti monouso come tamponi e assorbenti.
A differenza della coppetta mestruale, che si posiziona nella cavità vaginale, il disco mestruale si colloca più in alto, tra l'utero e la parete vaginale posteriore. Questa posizione strategica permette al disco di raccogliere il flusso mestruale senza ostacolare le attività quotidiane. E alcune persone lo trovano anche meno invasivo e meno fastidioso.
Sebbene il disco mestruale condivida alcune innegabili somiglianze con la coppetta mestruale, esistono delle differenze chiave tra i due dispositivi. La posizione di inserimento è una delle principali distinzioni: la coppetta mestruale si adagia (con un effetto sottovuoto) nella cavità vaginale, mentre il disco mestruale si posiziona più vicino all'utero, "circondando" la cervice. Questa variazione anatomica gli consente di essere più discreto e di offrire una maggiore libertà di movimento.
Soprattutto, alcune persone lo percepiscono come più comodo perché la rimozione non richiede di eliminare il sottovuoto che si crea con la coppetta (entrando con le dita tra il silicone e la parete vaginale), ma semplicemente basta afferrarlo e farlo scorrere.
Non solo: anche se la coppetta mestruale ha una capacità di raccolta generalmente maggiore, il disco mestruale può comunque contenere una quantità significativa di flusso grazie alla sua posizione e al fatto di "bloccare" il flusso fino al cambio.
Esattamente come la coppetta, dà una sensazione di pulito (anche la notte) e con i cicli più abbondanti richiede al massimo un salvaslip per evitare piccole macchie (che restano comunque contenute).
La preferenza, quindi, è del tutto personale e dipende solo dalla confortevolezza di chi indossa l'uno o l'altro dispositivo.
L'inserimento del disco mestruale richiede una certa pratica, un po' come la coppetta, ma una volta padroneggiata la tecnica diventa un processo rapido e semplice.
Lo svuotamento del disco mestruale è un passaggio fondamentale per garantirne un utilizzo sicuro e igienico. Di nuovo, prima di rimuovere il disco, vanno lavare accuratamente le mani per prevenire contaminazioni.
All'inizio e alla fine del ciclo è bene farlo bollire per dieci minuti in un pentolino ad hoc, per eliminare germi e batteri. Durante il ciclo basterà invece lavarlo con acqua e sapone intimo delicato, sciacquandolo molto bene prima del nuovo inserimento.
Il tempo di utilizzo del disco mestruale varia, come la coppetta mestruale, a seconda del flusso mestruale individuale.
In genere, può essere indossato fino a 12 ore prima dello svuotamento. Anche per questo motivo è molto comodo: anche chi ha una routine frenetica o trascorre molto tempo fuori casa può percepire la tranquillità di poterlo svuotare una volta che si rientra nella propria abitazione.
La sostenibilità è uno dei punti di forza del disco mestruale. Rispetto ai prodotti monouso che generano rifiuti significativi e innegabili, infatti, il disco mestruale è riutilizzabile e dura diversi anni, riducendo l'impatto ambientale individuale.
Oltre a ciò, la produzione di dischi mestruali richiede meno risorse rispetto a quella di tamponi e assorbenti, contribuendo a una maggiore sostenibilità ambientale.