geoingegneria

Si può davvero modificare il meteo per combattere il cambiamento climatico?

Una soluzione per ridurre le temperature medie globali la si sta cercando e forse l’Europa potrebbe averla trovata. Il merito sarebbe della tecnologia: la geoingegneria. Le nuvole sono le protagoniste di questo nuovo cambiamento climatico. Vediamo meglio di cosa si tratta.
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Mattia Giangaspero 30 Giugno 2023

L'idea arriva direttamente dalla Commissione europea e l'intenzione è letteralmente provare a modificare il clima attraverso le tecnologie. Fino a poco tempo fa risultava impensabile, un'azione da film americani, adesso potrebbe diventare reale. Quantomeno si potrebbero porre le basi per il prossimo futuro. Quindi alla domanda che ti ho posto subito nel titolo, la risposta è sì, è possibile. Adesso ti spiego come.

La riduzione delle emissioni di anidride carbonica o l’aumento della copertura vegetale restano al momento le soluzioni più valide per scongiurare un aumento pericoloso della temperatura media globale.

Una misura temporanea e ausiliaria a queste ultime è la “modifica della radiazione solare” (Solar radiation modification, SRM) o “geoingegneria solare”, ovvero un insieme di soluzioni basate sul semplice concetto di riflettere parte della radiazione solare incidente verso lo spazio, evitando il surriscaldamento della troposfera. Tra queste misure, la più studiata al momento è: “l’inseminazione di nuvole marine”.

Uno dei metodi sul quale l'Europa vuole maggiormente puntare, quindi, si basa su un fenomeno assolutamente naturale: l’effetto albedo. Le superfici bianche degli elementi che compongono la Terra (es. nuvole, ghiaccio, neve) riflettono naturalmente la luce solare (ma anche lunare) che viene diffusa in tutte le direzioni.

Secondo gli scienziati che studiano la geoingegneria, l’idea è quella di aggiungere nuclei di condensazione (es. cristalli di sale) al vapore acqueo con il fine di generare nuvole più chiare e voluminose e dunque aumentarne l’effetto albedo per riflettere nello spazio parte della radiazione solare incidente. Alcuni studiosi hanno suggerito che i collegamenti navali stanno effettivamente contribuendo a questo effetto ormai da più di un secolo.

Pur emettendo quasi un miliardo di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, le navi immettono in atmosfera anche zolfo che, come visto, può disperdere la luce solare nell'atmosfera e formare o addensare nuvole che la riflettono. In uno studio del 2009 è stato calcolato che grazie all'effetto (comunque inquinante) delle navi, la temperatura media globale attuale risulterebbe più bassa di 0,25°C rispetto a quanto sarebbe senza queste emissioni.

Navi a parte, al momento comunque c’è grande incertezza sull’efficacia di questo metodo, in particolare non sembra esserci una relazione diretta tra l’iniezione di aerosol e la formazione di nuclei di condensazione; i costi di un intervento su larga scala, inoltre, sono ancora difficili da quantificare.

La geoingegneria sembra offrire dunque una serie di misure che possono affiancarsi alla riduzione delle emissioni e all’aumento della copertura forestale per contrastare il riscaldamento globale ed i suoi effetti.

Per fare ciò però, oltre ad un sostegno per la ricerca scientifica, è necessario anche lo sviluppo di una governance che consenta un miglioramento dell’efficacia nell'applicazione delle tecnologie, nonché la riduzione dei possibili rischi finanziari, sociali e, qualora ve ne fossero, ambientali.