Si scrive PL 490, si legge distruzione dell’Amazzonia e degli indigeni del Brasile: cosa prevede la nuova normativa

La Commissione Costituzione e Giustizia della Camera dei Deputati brasiliana ha da poco approvato il PL490, che vuole modificare le leggi che proteggono le terre appartenenti agli indios, così da poterle utilizzare per scopi agricoli e per la costruzione di nuove opere. Se la normativa completerà l’iter di approvazione gli indiani del Brasile rischieranno di sparire gradualmente poiché poco tutelati, insieme alla foresta amazzonica che li ospita da sempre e che sarà ulteriormente deturpata.
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Alessandro Bai 29 Giugno 2021

Se ti dico PL 490, probabilmente, potresti non capire a cosa mi riferisco. Eppure, si tratta di una delle minacce più grandi per la foresta amazzonica, uno dei motivi per cui tantissime persone stanno protestando in questi giorni in tutto il Brasile. Il Projeto de Lei 490/2007 (progetto di legge, equivalente del nostro Ddl), approvato lo scorso 23 giugno dalla Commissione Costituzione e Giustizia della Camera dei Deputati, è una proposta legislativa che mira a modificare la normativa sulla demarcazione delle terre indigene, ovviamente con pesanti svantaggi per le popolazioni che le abitano e, di conseguenza, con grandi rischi per la preservazione dell'Amazzonia.

Ma tutto questo, a favore di chi? Il disegno di legge è sostenuto dal presidente Jair Bolsonaro, già noto per le sue politiche con cui sta favorendo la deforestazione, ma soprattutto fortemente voluto dalla "Bancada ruralista", ovvero una potente lobby rappresentata da circa 200 deputati federali, interessati a difendere gli interessi di produttori agricoli e latifondisti. Grazie al PL 490, questi ultimi potrebbero finalmente impossessarsi e sfruttare quelle terre che oggi sono protette dalla legge, proprio perché demarcate e abitate dalle popolazioni indigene che ne hanno il diritto. In sostanza, quindi, questa proposta vuole ridurre il più possibile i terreni assegnati agli indios per permettere un'ulteriore deforestazione di queste zone e la costruzione di nuove opere, che siano strade o centrali idroelettriche.

La deforestazione dell’Amazzonia è già una delle maggiori piaghe della presidenza di Jair Bolsonaro. Con l’approvazione del PL 490, la situazione sarebbe destinata a peggiorare ulteriormente.

Entrando nel dettaglio del suo contenuto, poi, il PL 490 appare ancora più inquietante. Tra le modifiche proposte, infatti, questo disegno di legge impone il divieto di espansione delle terre indigene già demarcate, che quindi non potranno più ampliarsi ma solo diminuire; come se non bastasse, viene richiesto l'inserimento di un limite temporale fissato al 5 ottobre 1988, cioè il giorno della promulgazione della Costituzione: secondo la normativa, solo le terre già in possesso dei popoli indigeni in questa data possono essere ritenute di proprietà degli indios, che quindi sarebbero costretti a reperire e presentare le prove della propria occupazione dei terreni. Infine, tra le novità introdotte dal PL 490, ci sarebbe l'autorizzazione ad accedere, ma sarebbe meglio dire invadere, alle aree in cui abitano popolazioni isolate in nome di "motivi di pubblica utilità" che non vengono specificati.

D'altronde, lasciare delle zone grigie e di libera interpretazione, ma sempre a sfavore degli indigeni, sembra uno dei principali aspetti del PL 490, giudicato anche per questo come "incostituzionale" dall'avvocato Juliana de Paula Batista, contattata da Correio Braziliense: "Il progetto prevede la possibilità di sottrarre delle aree all'usufrutto esclusivo degli indigeni qualora esistano, per esempio, interessi minerari o ‘un rilevante interesse pubblico del sindacato'. Queste ipotesi non sono contemplate dalla Costituzione. Il PL 490 permette anche che le terre demarcate possano essere tolte agli indigeni se l'Unione ritiene che questi ‘abbiano perso i suoi tratti culturali'; c'è persino la possibilità di contatti forzati con popoli che vivono in isolamento volontario in caso ci sia un ‘interesse pubblico', una possibilità mai esistita prima, dato che la Costituzione garantisce agli indigeni i propri ‘usi, costumi e tradizioni'. In questo senso, quindi, vivere isolati è un diritto degli indigeni".

La storia del PL 490 è complessa e discussa almeno quanto le modifiche che propone: proposto inizialmente nel 2007, il disegno di legge fu approvato l'anno seguente dalla Commissione per l’agricoltura, l’allevamento, l’approvvigionamento e lo sviluppo rurale, salvo poi essere bloccato nel 2009 dalla Commissione per i diritti umani e la cittadinanza. Sotto la presidenza di Jair Bolsonaro, l'idea purtroppo ha ripreso vigore, spinta da coloro disposti a continuare a distruggere uno dei polmoni più importanti del nostro pianeta e le sue popolazioni indigene in nome degli interessi. Serviranno ancora 2 votazioni, l'ultima delle quali sarà del Senato, per approvare definitivamente il PL 490: nell'attesa, la speranza è che le proteste di queste ore portate avanti dai popoli indigeni sparsi per il Brasile e dai cittadini che sono dalla loro parte possano impedire che questo incubo diventi realtà.