Per millenni i rotoli di papiro sono stati il supporto più utilizzato per tramandare il sapere di antiche civiltà. La pianta acquatica con cui venivano realizzati è sempre stata diffusa soprattutto nel delta del Nilo, e per questo l’Egitto si è affermato come principale produttore del prezioso materiale che – grazie alla sua flessibilità e resistenza – ha rivoluzionato il modo di scrivere prima dell'avvento della carta. Forse in pochi sanno che anche in Italia il papiro ha trovato un ecosistema ideale per crescere rigoglioso: si tratta del territorio di Siracusa, l’unica città europea dove la pianta dai mille usi continua a resistere.
Il papiro (Cyperus papyrus) è una specie erbacea perenne, il cui fusto, snello e flessibile, può raggiungere dai due ai cinque metri di altezza. In Sicilia, questa pianta acquatica cresce in particolare lungo le rive soleggiate dei fiumi Anapo e Ciane, in provincia di Siracusa.
È lì che nel 1987 è stato fondato il Museo del papiro “Corrado Basile” con l’obiettivo di tutelare le piante di papiro di Siracusa e la tradizione manifatturiera che le riguarda.
“Il Museo svolge attività di recupero di manufatti e di documentazione sull’uso della pianta del papiro tra le diverse popolazioni, nonché attività di ricerca i cui risultati hanno fornito un concreto contributo alla soluzione di molti quesiti che vanno dall’origine del papiro alla salvaguardia dei papiri del fiume Ciane (Siracusa), dalla valorizzazione delle tradizioni storiche legate al papiro agli studi sulle antiche tecniche di manifattura e al trattamento e conservazione dei documenti papiracei”, spiega il sito dell’ente.
Il Museo è dunque doppiamente importante, perché ha un valore sia culturale che ambientale unico.
Anche se non viene più utilizzato come un tempo, il papiro è ancora apprezzato come pianta ornamentale. Nelle nostre case è possibile incontrare in particolare un parente stretto del Cyperus papyrus, ovvero il Cyperus alternifolius – il falso papiro – simile nell'aspetto e anch’esso abituato a vivere in ambienti umidi e soleggiati.