
Partiamo dal nome. Si chiama "The Great Elephant Migration" ed è un progetto che nasce dalla mente di Ruth Ganesh, un'attivista e animalista di origine britannica e dalla mente di Tarsh Thekaekara un ricercatore e scienziato indiano specializzato in elefanti.
Il loro obiettivo era quello di provare a sensibilizzare il pubblico sulla conservazione degli elefanti e sulla possibilità che questi possano coesistere con altri esseri viventi, con noi, con gli uomini.
Le statue sono state realizzate da un collettivo di 200 artigiani indigeni della Riserva della Biosfera di Nilgiri, nel sud dell'India.
E come hai visto dall'immagina sono state inviate direttamente in alcune delle città più importanti degli Stati Uniti; una su tutte: New York.
Le statue sono state create utilizzando il Lantana camara, una pianta invasiva che sta minacciando le specie native e i loro habitat in India.
Questo materiale è stato scelto non solo per la sua disponibilità, ma anche per il suo impatto ambientale positivo: rimuovere il Lantana camara aiuta a ripristinare gli ecosistemi locali. Inoltre, il progetto trasforma questa pianta in biochar, un carbone ricco di nutrienti che viene utilizzato per migliorare il suolo in India.
Ovviamente oltre alla dimostrazione pratica che animali come gli elefanti possano vivere insieme agli esseri umani, il progetto ha anche un altro obiettivo. Tarsh Thekaekara e Ruth Ganesh vogliono raccogliere fondi per 22 Ong che si occupano della conservazione della fauna selvatica.
Pe questo motivo le statute degli elefanti migrano da città a città. Ogni comunità dando un proprio contributo donerà a diversi fondi. Per esempio a New York si raccolgono i fondi per Wild Bird Fund, ma poi si va a Miami, nel 2025 a Los Angeles e poi in tante altre città. La tappa degli elefanti è iniziata, invece, a Rhode Island.