Salvata la speleologa che era rimasta bloccata a 150 metri di profondità: cosa stava facendo nella grotta di Bueno Fonteno?

E’ stata salvata la speleologa Ottava Piana che era rimasta bloccata nella grotta di Fonteno domenica 2 luglio. Dopo 36 ore i soccorsi sono riusciti a portarla fuori dalla grotta con una barella.
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Mattia Giangaspero 4 Luglio 2023

"Mi dispiace, ho combinato un guaio. Sono molto felice di vedervi." Queste sono le prime parole dette ai soccorritori da parte della speleologa che era rimasta bloccata nella grotta di Bueno Fonteno da domenica sul lago d'Iseo (Bergamo).

Dopo 36 ore di soccorso è finalmente salva. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino è riuscito a trasportarla su una barella lungo le pareti della cavità della grotta.

La speleologa e ricercatrice italiana di 31 anni Ottavia Piana era da due giorni bloccata nella grotta: infatti nel tentativo di esplorarla, per trovare nuove cavità da cui uscire, purtroppo è caduta facendosi male a una gamba. Questa è stata la causa che l'ha bloccata all'interno della grotta a 150 metri di profondità. Nonostante l'incidente alla gamba, le sue condizioni di salute sono stabili, stando a quanto riferiscono i soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino. La speleologa (esploratrice di caverne) non era sola; si era recata a Fonteno insieme ad amici e colleghi e dopo l'incidente sono stati gli stessi amici a lanciare l'allarme.

La Task Force che si è subito attivata per iniziare le operazioni di soccorso è riuscita a bloccarla su una lettiga, in modo tale da tirarla fuori dalla grotta.

L'interesse di Ottava Piana era quello di studiare la struttura e la caratteristica della grotta. Se non lo sapevi la speleologia ha anche un altro scopo, ovvero quello di analizzare la conservazione dell'ambiente sotterraneo. Perché?

Quando si parla di ambiente sotterraneo molto spesso si intendono ecosistemi fragili, quelli tra i più minacciati dall'attività umana, dall'eccesso di urbanizzazione e turismo. Solo grazie all'attività dello speleologo si può contribuire ad arginare il danno, riportando dati scientifici e informazioni sullo stato di salute delle grotte e delle caverne. Le esplorazioni quindi servono a questo, ma possono servire anche a studiare che tipo di flora e fauna è presente in quello stesso ecosistema.