Sperimentazione animale: il 13 febbraio in Svizzera si vota per abolirla, ma in tanti sono per il no

Il quesito referendario propone di vietare non solo lo sviluppo, ma anche l’importazione di farmaci studiati utilizzando il modello animale. Secondo diversi partiti, tra cui quello dei Verdi, un’iniziativa così radicale potrebbe minare la produzione e l’acquisto di medicinali con ripercussioni sulla salute dei pazienti. Il problema è che spesso i metodi alternativi esistono, ma non si conoscono.
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Giulia Dallagiovanna 14 Gennaio 2022

La sperimentazione animale è un argomento che in teoria dovrebbe far discutere, ma di cui in pratica si continua a parlare molto poco. Una nuova occasione la offre la Svizzera, che per il 13 febbraio ha in programma un referendum con diversi quesiti, tra cui una proposta di divieto di esperimenti su animali ed esseri umani. Si vuole vietare non solo lo sviluppo, ma anche l'importazione di farmaci che abbiano seguito questo metodo. L'iniziativa non sembra aver ricosso molto successo e un comitato interpartitico di cui fanno parte anche i Verdi si è espresso a favore del no. Ma la questione è ben più complessa di una semplice crocetta.

Le ragioni del no

A essersi schierato contro la proposta non è solo il comitato interpartitico, ma anche l'intero Parlamento e il Consiglio federale. Non tutti quelli che vogliono votare contro sono per forza a favore della sperimentazione sugli animali. Il punto debole di questo testo, dicono, è che risulta fin troppo radicale, al punto da minare la produzione e l'acquisto di nuovi farmaci, con ricadute sulla salute dei pazienti.

La senatrice Johanna Gapany, del Partito Liberale Radicale, ha sottolineato in un intervento che la Svizzera ha già una delle legislazioni sugli animali tra le più severe d'Europa. Ha poi aggiunto che nessuno prova piacere a infliggere sofferenze sugli animali, ma che in certi casi non è possibile eliminare questi passaggi quando si tratta di sviluppare nuovi medicinali. Tra gli esempi che ha citato, le terapie utilizzate per trattare il cancro al seno e l'HIV.

Parte della questione naturalmente è anche economica. La Svizzera ha un ruolo di primordine nel mercato dei farmaci, a cominciare dal fatto che nella regione di Basilea hanno sede Roche e Novartis, due tra le più importanti industrie farmaceutiche del mondo.

Le alternative alla sperimentazione animale

I test sugli animali rappresentano tuttora la fase preclinica degli studi scientifici per lo sviluppo di nuove terapie o vaccini. Sembrerebbe quindi piuttosto complicato eliminarli, ma in realtà non è del tutto vero. L'Europa, ad esempio, sta provando a ridimensionare l'utilizzo di cavie in laboratorio attraverso la strategia delle 3R (rimpiazzare, ridurre, rifinire). Allo stesso tempo, però, riconosce la sperimentazione animale come una necessità per tutelare la salute umana.

L'Europa sta provando a ridimensionare l'uso degli animali con la strategia delle 3R (rimpiazzare, ridurre, rifinire)

Il punto è che per soppiantare il vecchio metodo è necessario trovare alternative e andare oltre le polarizzazioni del dibattitto. "Anche quando ci sono metodi alternativi validi, questi sono sconosciuti. Perfino ai comitati etici, cioè gli enti preposti che devono approvare, in base alle regole europee, un determinato progetto di sperimentazione solo se l'utilizzo di animali si rende necessario e insostituibile, proprio in assenza di metodi alternativi", ci aveva spiegato Eleonora Evi, europarlamentare di Europa Verde, che aveva proposto la creazione di un database pubblico a livello europeo per la condivisione di informazioni su modelli non animali.

La comunità scientifica deve essere aiutata attraverso la formazione e lo scambio di nozioni. Il modello animale, d'altronde, non è infallibile dal momento che qualsiasi specie risulta biologicamente diversa rispetto all'essere umano. Potrebbe quindi non essere destinato a durare in eterno, ma è necessario costruire un dibattito, confrontarsi, trovare soluzioni concrete.