Stefano Pagano, esperto di giardinaggio: “Il verde fa bene ed è una necessità per tutti”

Il verde fa bene. Non è un lusso, è una necessità. La buona notizia è che circondarsi di verde, di natura, è possibile e può diventare una vera e propria passione. Ne abbiamo parlato con Stefano Pagano, giardiniere ed esperto di giardinaggio, ma soprattutto portatore di positività e ottimismo.
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Gaia Cortese 9 Febbraio 2022

Quello che non ti aspetteresti mai di sentire è che il giardinaggio stimola la creatività. Eppure è così. Il verde, infatti, è il risultato della quiete trasmessa dal blu e dell’energia trasmessa dal giallo e in natura è il colore più appropriato per trovare l'ispirazione e favorire l'estro. Allo stesso tempo infonde calma e trasmette equilibrio, allenta lo stress mentale e sembra avere un effetto rilassante.

Non a caso da tempo in Gran Bretagna il Sistema sanitario consiglia e medi e dottori di prescrivere ai propri pazienti la Garden Therapy, ossia la "cura del giardinaggio’ proprio per i benefici che avrebbe sulla salute. È davvero così? Ne abbiamo parlato con Stefano Pagano, giardiniere ed esperto di giardinaggio, che da sempre sostiene che fare giardinaggio possa aiutare ad apprezzare di più la vita, perché consente di concentrarsi su quella bellezza unica che solo la natura riesce a donare.

Come ti sei appassionato al giardinaggio?

Fin da bambino amavo stare sempre all’aria aperta. Raccoglievo rametti, bacche, foglie e sassi e mi preoccupavo di sistemarli intorno a piante, arbusti e fiori. All’età di 14 anni ho ricevuto il primo libro di giardinaggio, che tutt’ora conservo, e da lì mi sono appassionato sempre di più, mi sono quindi diplomato come perito agrario per poi laurearmi alla Facoltà di agraria e verde ornamentale a Bologna.

Da circa 10 anni collaboro con uno studio tecnico che si occupa di progettazione di parchi, giardini e terrazzi. Per anni ho piantato, potato, concimato con una grandissima soddisfazione nel vedere i risultati. Insomma, non ho mai smesso di sporcarmi le mani.

In Gran Bretagna il Sistema sanitario raccomanda ai medici di prescrivere ai pazienti la ‘cura del giardinaggio’ perché diversi studi hanno dimostrato che questa attività possa ridurre lo stress. Cosa ne pensi?

Assolutamente sì, il giardinaggio può aiutare a ridurre lo stress, e visto e considerato anche il periodo che stiamo vivendo, abbiamo bisogno di quella serenità che anche solo un fiore può trasmetterci.

Non mi stupisce che in Inghilterra venga prescritta la cosiddetta “vitamina verde”: in realtà è qualcosa che darei quasi per scontata, basta guardarsi intorno: non è un toccasana per chiunque anche solo trascorrere 20 minuti al giorno in mezzo al verde per staccare spina e ritrovare la serenità?

Il giardino può tirare fuori il meglio di noi, ed è per questo motivo che diventa importante prenderci cura di piante e fiori. La natura ha dei ritmi tutti suoi che non possono essere fermati, e allo stesso tempo, è una nostra alleata nel momento in cui siamo sottoposti allo stress e di conseguenza esposti a non pochi problemi di salute. Per questo motivo dico sempre che non c’è bisogno di grandi spazi, ma anche con poco si può fare tantissimo. D’altronde si sa, l’ottimismo è contagioso e lo è anche il giardinaggio.

Si parla anche di garden therapy in termini di attività che mette il buonumore. Sei d’accordo?

Si, la cosiddetta "garden therapy" mette di buonumore e questa cosa riusciamo anche a trasmetterla alle persone che incontriamo: solo poter osservare un bulbo di narciso o di giacinto che fiorisce all’improvviso mette di buon umore, perché è un qualcosa in divenire. Oggi invece non ci si emoziona più per delle cose cosi ancestrali ed è un peccato, perché solo la natura riesce a darci questo.

C’è chi ha il pollice verde e chi non lo ha affatto?

Quando tenevo i corsi in presenza per le coop o i garden club, c’era chi partiva scoraggiato perché si lamentava di far morire sempre le proprie piante: in verità, il pollice verde non esiste, ma ognuno ha la propria sensibilità verso il verde.

Succede però che ci regalino una pianta, di cui neppure si conosce il nome, e se non la si conosce, non si conoscono neppure le cure che merita. Ecco che l’errore può essere già nell’approccio. Saranno comunque le piante a insegnarci come prendercene cura, perché continuano a dare segnali sulle loro condizioni: se ricevono poca luce o se hanno sete, lo capiremo per esempio dal colore delle foglie o dalla produzione di bacche. La natura è imprevedibile, ma secondo me la sfida è tentare e lasciarsi contagiare.

A chi ha poco tempo, quale consiglio daresti per dedicarsi comunque al giardinaggio?

Oggi c’è richiesta di ortaggi e aromi sul balcone, perché le nostre città si stanno sviluppando sempre di più in verticale. Fortunatamente anche con uno spazio esterno ridotto, si può realizzare un piccolo giardino aromatico e coltivare piccoli ortaggi per poi preparare piatti e insalate estive. C’è sicuramente un ritorno alla terra e un’attenzione in più al riciclo: mi piace, per esempio, l'idea che si possano usare barattoli di latta che prima ospitavano una passata per metterci delle piantine di pomodoro.

In estate un piccolo orto di questo tipo può richiedere anche solo 10 minuti di cura quotidiana, ma c’è voglia di questo e anche voglia di coltivare piante da interno. A questo proposito ci sono varietà di piante, anche robuste, in grado di ossigenare i nostri ambienti domestici, così come i luoghi di lavoro dove chiunque sia il nostro interlocutore, si troverà a sorridere osservando uno scenario verde alle nostre spalle. Abbiamo bisogno di verde e tutto questo si può fare anche con poco, ma bisogna un po’ buttarsi e provare.

Tra poco più di un mese sarà primavera, è già tempo di pensare a piante e fiori?

Non è assolutamente presto per pensarci perché se è pur vero che in questa stagione i lavori sono ridotti all’essenziale, ci sono già piante che devono essere accudite. Non esiste un periodo migliore per apprezzare e preparare il giardino, e lo si fa adesso per averlo bellissimo tra fine marzo e aprile.

Volendo realizzare un piccolo orto sul balcone di casa, quali sono le verdure che non possono mancare?

La regola è realizzare un orto sul balcone utilizzando contenitori profondi per permettere il corretto sviluppo dell’apparato radicale delle piante; sul balcone di casa si possono piantare peperoni e melanzane, ma anche aggiungere dei fiori nello stesso contenitore. Il pomodoro mignon coltivato in vaso, per esempio, sta benissimo con il tagete patulas o garofanino di India: questa pianta, infatti, protegge i pomodori, dai nematodi, dei vermi parassitari invisibili a occhio nudo.

Non possono poi mancare le carote e i ravanelli, mentre il discorso è diverso per quelle verdure e quegli ortaggi che hanno bisogno di tanto spazio, come patate e meloni. E poi ci sono le insalate da taglio che in una cinquantina di giorni riescono a produrre la quantità sufficiente per un’ottima e salutare insalata.

“Il segreto non è correre dietro alle farfalle. È curare il giardino perché esse vengano da te".

Come è possibile far appassionare i bambini al giardinaggio?

I bambini si appassionano naturalmente perché in giardino sviluppano creatività e rapporto umano. Forse sono cambiati i tempi, ma purtroppo i bambini di oggi sono lontani dallo spazio esterno, eppure avere un giardino o anche fare una passeggiata in autunno o in primavera può dare tanto a un bambino. In passato alle scuole elementari si facevano gli erbari, si collezionavano foglie e fiori: forse questa abitudine si è un po’ persa, ma per fortuna oggi abbiamo una sempre maggiore quantità di orti didattici che sono quasi diventati una materia da studiare sui banchi di scuola.

Si può fare tanto per appassionare anche i bambini e loro hanno  in sé la sensibilità necessaria. Il verde fa bene e non è un lusso, è una necessità. Dobbiamo prendercene cura ovunque: nelle case, nelle scuole e anche negli ospedali.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

È molto difficile rispondere perché mi vengono in mente tante cose. La soddisfazione più grande è che ogni giorno è diverso, ma anche ogni settimana, ogni stagione, e non c’è un anno uguale all’altro. La cosa bella è che posso dare voce a fiori e piante che voce non hanno. Il mio lavoro consiste nel consegnare opere verdi, ma quello che mi piace è anche raccontare questa passione e strappare un sorriso, e poi mettermi alla prova di continuo. Ho la possibilità di trasmettere un messaggio positivo, di ottimismo, con la consapevolezza di avere al mio fianco  la natura. Sono insomma in buona compagnia, d’altronde in giardino non ci si sente mai  soli.