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Stop alla caccia di totoaba, il pesce definito ‘cocaina del mare’ e venduto nel mercato nero: la sua storia tra mafia e medicina

È possibile che si arrivi a pescare illegalmente un pesce nei mari del Messico per poi fargli attraversare un altro continente senza fermare le organizzazioni criminali? Forse adesso non assisteremo più a queste atrocità verso una razza diventata in via d’estinzione. Nel frattempo ti racconto la folle storia di questo pesce, uno dei più pregiati esistenti al mondo.
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Mattia Giangaspero 25 Gennaio 2023

C’entra Narcos, però ti aggiungo anche un pizzico di Mafia cinese. Bene adesso sei pronto per leggere questa folle storia.
Ah e si dai, la ‘cocaina del mare’ si potrebbe definire anche una nuova specie di droga e per dei semplici motivi.
Il traffico internazionale avviene totalmente in modo illegale, la piattaforma d’utilizzo, di recente, è il dark web e a ‘credenza’ di chi la compra l’effetto è simile a uno stupefacente. Eppure si sta parlando di un grosso pesce che può vivere per 30 anni, crescere fino a 2 metri di lunghezza e arrivare a pesare 100 chili: il totoaba.

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Fonte: Wibowo Djatmiko, Wikimedia commons

Il Totoaba, la cocaina del mare

Si tratta di una razza che è presente quasi solamente nei mari del golfo del Messico ed è stato soprannominata la “cocaina del mare” perché questo pesce non viene pescato per essere mangiato, ma viene sventrato per poi staccargli la vescica, che verrà essiccata e utilizzata come medicina tradizionale. Un racconto da brividi e una scena sicuramente splatter, ma non è un film horror, purtroppo non si tratta di fantascienza. È tutto vero. Il totoaba viene ucciso per prelevare il 5% del suo corpo, il resto viene buttato e si aspetta che si decomponga.
Questa specie è anche diventata rara e quindi costosa, perché la sua eccessiva pesca ha fatto si che sia diventato un’animale in via d’estinzione. Oltre a questo aspetto, ha creato molti altri problemi ad un’altra razza, la ‘vaquita', rischiando che anch’essa sparisca. In questo caso si tratta di un piccolissimo delfino che, però, spesso resta incastrato nelle reti da pesca utilizzate per il totoaba.
Non ti ho ancora detto, però, qual è il vero utilizzo del totoaba. Si ritiene che questa razza abbia proprietà utili per contrastare le emorragie. E a questa ‘proprietà’ si è aggiunto, anche, il ‘presunto potere afrodisiaco’.

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Totoaba e Mafia, un intreccio che lega due continenti

Adesso faccio un passo indietro e torno a parlarti delle due mafie, messicana e cinese. 
Il totoaba, come detto prima, viene pescato in Messico, precisamente nel mar Cortez che si trova vicino alla città di San Felipe. Sul posto, nel corso degli ultimi 10-15 anni, si sono formati dei clan, i cugini dei narcos che vendono cocaina e marijuna. Loro hanno iniziato a saccheggiare i mari e a sradicare i pesci dal loro habitat naturale. Con il passar del tempo, poi, queste gang mafiose sono diventate sempre più importanti nel mercato illegale del pesce, a tal punto che si sono legate al cartello di Sinaloa (organizzazione criminale specializzata nel traffico di droga). Vedi, ecco perché ti dicevo che c’entrano i Narcos. Ultimamente, però, non è solo la stessa organizzazione a svolgere le operazioni da pesca in mare. Molto spesso il cartello di Sinaloa fa richieste, di raccolta di totoaba, a pescherecci locali, pagati poi profumatamente, minimo 500 dollari al chilo. Anche se, quando leggerai il costo al chilo sul mercato, penserai che tanto profumatamente i pescatori del posto non vengono pagati.
La fase successiva di questo folle storia è la preparazione del pesce, o meglio delle vesciche del totoaba. Queste vengono essiccate e congelate per poi smistarle. Dove? Adesso entra in scena la mafia cinese. Il porto principale di questo traffico della ‘cocaina del mare’ è quello di Tijuana ed è proprio lì che vengono fatti gli accordi tra il Cartello di Sinaloa e l’organizzazione criminale cinese. È proprio lì che avviene l’esportazione del “tesoro dei tesori”, altro soprannome datogli dalla terra del dragone. 
A dare l’allarme di tutto questo intreccio è stata la Environmental Investigation Agency (Eia) che ha riportato i dati degli ultimi studi.
L’ultimo passaggio è l’approdo ai mercati cinesi dove, al chilo, il totoaba si vende per 80 mila dollari. E allora si può dire che i pescatori locali non ci guadagnano più di tanto…

Il Totoaba è salvo?

Aspetta, aspetta di solito le storie hanno tutte un lieto fine e per fortuna c’è anche per questa.
Qualche settimana fa, la marina messicana, tramite una conferenza stampa, ha annunciato di aver arrestato sette membri dell’organizzazione criminale addetti alla pesca del totoaba.

Oltre all’arresto dei trafficanti, sono state recuperate circa 750 reti da pesca illegali. Quest’azione da parte delle autorità messicane potrebbe portare ad una svolta nella gestione della criminalità organizzata e del traffico di totoaba verso l’Oriente, oltre che a salvare due specie marine in via d’estinzione.