
Dal 15 ottobre è scattato il divieto di vendita dei glitter in tutta l'Unione Europea. Tutti i brillantini che hai sempre trovato o sfusi nei barattoli o nei cosmetici sottoforma di microsfere sono ora banditi per il loro contenuto di microplastiche. In particolare, nel mirino della Commissione Europea, ci sono quelle particelle polimeriche sintetiche inferiori a cinque millimetri che sono organiche, insolubili e resistono alla degradazione e che sono aggiunte intenzionalmente ai prodotti. Con queste restrizioni si impedirà il rilascio nell'ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche riducendo il livello di inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030. Parliamo di alcuni tipi di materiali usati per il rivestimento dei campi sportivi, di microplastiche nei cosmetici e nei prodotti per la casa tra cui glitter, sfere di scrub e detergenti.
Molti brand di cosmetica vegana e biologica propongono ombretti, e shimmer e illuminanti completamente vegetali ma, purtroppo anche loro contengono spesso layer polimerico e materiali riflettenti che potrebbero essere alluminio. Ma, amanti dei brillantini, non andate nel panico, le alternative più sostenibili ci sono. Sì, perchè già nel 2021 i ricercatori del Dipartimento di chimica dell'Università di Cambridge avevano creato dei brillantini biodegradabili e non tossici che sono, sostanzialmente, nanocristalli di cellulosa, il principale elemento costitutivo delle pareti cellulari in piante, frutta e verdura.
Questi glitter possono riflettere la luce in modo tale da essere molto simili ai glitter originali fatti di polimeri e alluminio perché è lo stesso fenomeno che crea i colori più brillanti della natura, ad esempio nelle ali delle farfalle e nelle piume di pavone. Come spiega uno studio pubblicato sulla rivista Nature, fogli di nanocristalli di cellulosa possono essere realizzati su larga scala, quindi in contesti industriali sfruttabili dalle aziende cosmetiche, utilizzando processi roll-to-roll come quelli in uso per fare la carta dalla pasta di legno.
Ma negli ultimi anni anche altre aziende si sono attrezzate per garantire lo scintillio in una versione plastc-free, tra cui quella di un ingegnere chimico che ha utilizzato componenti delle piante di eucalipto coltivati in maniera sostenibile e in piantagioni certificate secondo gli standard PEFC™ per costruire dei brillantini biodegradabili al 96%, il cosiddetto Bioglitter. Alla base di altre soluzioni sostenibili ci sono, invece, tipi di plastica biodegradabile con tempi di decomposizione nettamente superiori rispetto alla plastica tradizionale. Tutte questi brillantini sostenibili li puoi trovare in tubetti, in confezioni o contenuti in prodotti cosmetici. Quando li scegli, devi fare attenzione: se sul prodotto ci sono i marchi "Ecolabel", "ECOCERT" o "Cruelty free" puoi stare tranquillo ma leggi anche l'INCI perché tra gli ingredienti dovrebbero esserci solo cellulosa e amido.