
Con l’aumento dei costi del gas e la crisi energetica, sempre più famiglie ricorrono alle stufe a legna per riscaldare la casa. Tuttavia, questa scelta può comportare gravi conseguenze per la salute, in particolare per l’apparato respiratorio.
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’University College London (UCL) ha evidenziato un collegamento diretto tra l’uso delle stufe a legna e un peggioramento della funzionalità polmonare, paragonabile agli effetti negativi causati dal fumo di sigaretta.
I dati provengono da una ricerca presentata al Congresso della European Respiratory Society (ERS) ad Amsterdam. Gli scienziati hanno analizzato la salute respiratoria di 11.000 adulti nel corso di otto anni, all’interno dell’English Longitudinal Study of Ageing (ELSA).
Per misurare la funzionalità polmonare, è stato utilizzato il parametro FEV1 (Volume Espiratorio Forzato nel 1° secondo). I risultati hanno mostrato che chi utilizzava combustibili solidi come la legna presentava un declino più rapido della capacità respiratoria rispetto a chi non li utilizzava, anche considerando variabili socioeconomiche e abitative.
Tra i partecipanti tra i 70 e i 79 anni, il FEV1 è diminuito in media di 0,12 litri tra chi usava stufe a legna, contro 0,07 litri tra chi non era esposto a combustione domestica.
Questo significa che l’uso regolare delle stufe a legna accelera il deterioramento dei polmoni, soprattutto tra gli anziani, aumentando il rischio di asma, BPCO e cancro polmonare.
Secondo la dottoressa Laura Horsfall, principal research fellow presso l’Institute of Health Informatics di UCL, il problema deriva dall’elevata emissione di particolato fine (PM2.5), un insieme di microparticelle nocive che possono penetrare in profondità nei polmoni e causare infiammazione cronica.
“Bruciare legna in casa rilascia inquinanti tossici, inclusi cancerogeni noti, sia all’interno che all’esterno dell’abitazione”, spiega l’esperta.
Lo studio evidenzia che, nonostante i rischi, il ricorso alle stufe a legna è in netto aumento, soprattutto nei Paesi europei colpiti dall’aumento dei prezzi dei combustibili fossili.
Nel Regno Unito, ad esempio, l’uso domestico della legna è quasi raddoppiato: dal 10% del 2009 al 18% nel 2022. Tuttavia, il legame con i danni alla salute nei Paesi ad alto reddito è ancora sottostimato e poco monitorato.
I ricercatori dell’UCL intendono ora approfondire l’impatto dell’esposizione indiretta a queste emissioni, valutando i rischi per chi vive in zone residenziali ad alta densità di stufe a legna o nelle immediate vicinanze.
Obiettivo: capire se esiste un aumento significativo di ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie legate all’inquinamento da combustione domestica.
I dati parlano chiaro: le stufe a legna non sono una scelta priva di conseguenze, soprattutto sul piano della salute respiratoria. È fondamentale aumentare la consapevolezza sui rischi legati alla combustione domestica e promuovere soluzioni più sostenibili e sicure per il riscaldamento domestico.