Tartufo in gravidanza? Se fresco, meglio evitarlo

È un cibo molto amato e apprezzato, ma il tartufo fresco mangiato in gravidanza può comportare dei rischi per il feto. Se congelato o essiccato, però, non presenta alcun pericolo.
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Sara Del Dot 17 Ottobre 2018
* ultima modifica il 22/02/2021

La gravidanza è un momento bellissimo nella vita di una donna, ma anche estremamente delicato. Per questo motivo è importante prestare maggiore attenzione possibile all’alimentazione, perché ciò che la mamma mangia in gravidanza è ciò che mangerà anche il suo bambino. E quindi, se la madre assume una sostanza potenzialmente nociva, mette in pericolo anche il feto. Ci sono diversi cibi che vengono sconsigliati in gravidanza, in particolare i prodotti crudi o poco cotti a base di carne, pesce e uova come tartare e sushi, ma anche alcuni formaggi molli. Un altro alimento sconsigliato in gravidanza, su cui mi soffermerò in questo articolo, è il tartufo. Il tartufo è un alimento estremamente apprezzato, pregiato e buono (e costoso!), ma è anche uno dei cibi maggiormente sconsigliati da assumere nel corso della gravidanza, perché essendo stato a contatto con la terra, mangiandolo si può rischiare di contrarre la toxoplasmosi.

Cos’è la toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia infettiva causata dal parassita Toxoplasma gondii, che viene trasmesso all’uomo attraverso il contatto con le feci di animali infetti, per esempio ingerendo cibo crudo contaminato (carni o vegetali). È un’infezione molto pericolosa per le donne in gravidanza perché, se contratta da una donna incinta, non è detto che la placenta riesca a difendere il feto dal toxoplasma e il contatto con il bambino potrebbe avere conseguenze molto gravi.

Quindi niente tartufo per tutta la gravidanza?

Sebbene tendenzialmente sia sconsigliato, se proprio non sei in grado di rinunciare al piacere del tartufo nelle tagliatelle per nove lunghi mesi, ci sono dei modi in cui è possibile assumerlo eliminando ogni tipo di rischio.

  • Essiccato: prima dell’essiccamento, il tartufo viene sottoposto a temperature molto alte che eliminano il parassita.
  • Conservato: i tartufi conservati vengono prima sottoposti a processi di sterilizzazione e pastorizzazione, e sono quindi resi completamente innocui.
  • Congelato: in linea di massima, se congelato il tartufo è sempre sicuro. Deve essere congelato per almeno sette giorni, quindi se non vuoi acquistarlo direttamente così, dovrai prenderlo fresco e lasciarlo in freezer per una settimana in modo che qualunque potenziale residuo del parassita venga eliminato.
  • Liofilizzato (disidratato).

In ogni caso, se proprio non ti senti sicura, puoi sempre eliminare il tartufo dalla tua dieta durante la gestazione. Certo, magari è il tuo piatto preferito e privartene rappresenta una sofferenza troppo grande, ma vedila così: quando il tuo bambino nascerà, potrai festeggiare il suo arrivo mangiandoti un bel risotto che, dopo nove mesi di astinenza, non potrà che essere il più buono del mondo.

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