Terre rare, scoperto in Turchia il secondo giacimento al mondo. Cosa può significare per la transizione ecologica

La Turchia ha annunciato la scoperta del secondo giacimento al mondo di ‘terre rare’, 17 materiali fondamentali per la costruzione di batterie per veicoli e telefoni, ma anche di pannelli solari e turbine eoliche. Una notizia importante, utile per dare un’ulteriore spinta al passaggio a un’economia sostenibile. Ma non bisogna dimenticare che le ‘terre rare’ non sono rinnovabili, e che la loro estrazione ha un alto impatto ambientale. Serve allora concentrarci non solo sui nuovi giacimenti, ma sul riciclo dei minerali già utilizzati.
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Michele Mastandrea 6 Luglio 2022

Oggi ti parlo di una scoperta che potrebbe avere un impatto rilevante sul futuro della transizione ecologica. Come forse sai, componenti fondamentali per la produzione di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, ma anche delle batterie per auto, smartphone e tablet, sono le cosiddette ‘terre rare‘.

Si tratta di 17 elementi minerali che però, a differenza di quanti potresti pensare, non sono detti ‘rari' perché poco diffusi in natura. Bensì, per la difficoltà delle loro operazioni di estrazione, purtroppo molto impattanti anche a livello ambientale.

La scoperta turca

La Turchia ha però annunciato qualche giorno fa di aver scoperto un enorme giacimento di ‘terre rare' nel distretto Beylikova della città di Eskisehir. Ad annunciarlo è stata l'agenzia di stampa statale turca Anadolu.

I minerali sarebbero inoltre abbastanza vicini alla superficie del terreno, rendendo meno impattante – almeno in termini relativi – la loro estrazione. Secondo alcuni analisti, se i dati fossero confermati, si tratterebbe di una quantità capace di soddisfare l'attuale domanda globale per i prossimi mille anni.

Una scoperta che potrebbe dunque aumentare fortemente la disponibilità globale di questi materiali, finora in mano soprattutto alla Cina. "Dei 17 elementi rari conosciuti, saremo in grado di produrne 10 qui", ha affermato il ministro turco dell'Energia e delle risorse naturali, Fatih Donmez.

Il più grande giacimento di ‘terre rare', di circa 800 milioni di tonnellate di questi minerali, resta comunque a Baotou, nel Paese asiatico. Pechino, devi sapere, produce attualmente il 58% circa delle ‘terre rare' a livello globale. Ma quello appena scoperto in Turchia è potenzialmente il secondo al mondo, con circa 694 milioni di tonnellate presenti nel sottosuolo.

L'importanza delle ‘terre rare'

Le ‘terre rare' non hanno poi un'enorme importanza solo per la transizione ecologica, ma anche per lo sviluppo di settori come aviazione e biomedicina. In generale, ogni prodotto altamente tecnologico necessita di alcuni di questi materiali per essere costruito, a causa delle loro grandi capacità conduttive e magnetiche, in grado di ridurre sempre più le dimensioni delle batterie e dunque di rendere comodi e portabili gli oggetti di largo uso come smartphone o tablet. Capirai allora l'importanza di avere a disposizione quantità maggiori di questi materiali.

Chiaramente, queste risorse appena scoperte sono a disposizione della Turchia, che potrà sfruttarle come vuole e trasformare questa scoperta in un suo grande vantaggio strategico. In particolare, riducendo il ruolo cinese nel controllo della filiera di questi materiali.

Ma slegandoci dalla geopolitica, l'aumento della disponibilità di questi materiali significa un'ulteriore spinta in direzione del passaggio all'elettrico, soprattutto in settori altamente inquinanti come quello della mobilità. Aumentando disponibilità e diffusione di questi materiali, dovrebbero anche abbassarsi i prezzi dei dispositivi costruiti grazie ad essi.

I costi ambientali di estrazione e raffinazione

Ci sono però ovviamente dei problemi, e non piccoli. In primis, l'alto impatto ambientale dell'estrazione e della raffinazione di queste risorse, come del resto di ogni minerale presente nel sottosuolo. Dinamica che ha portato illustri enti internazionali come la Royal Society of Chemistry a chiedere di aumentare il recupero e il riciclo dei materiali rari dagli strumenti tecnologici, piuttosto che continuare a esaurire i giacimenti.

Le ‘terre rare' insomma, da un lato sono fondamentali per il passaggio alle rinnovabili, ma hanno la contraddizione…di non essere loro stesse rinnovabili. La loro gestione accurata è dunque necessaria se vogliamo sfruttare appieno la loro capacità di offrirci un futuro orientato alla tutela dell'ambiente.

Insomma, festeggiare per la scoperta di nuovi giacimenti non serve a molto se non puntiamo su un loro utilizzo sostenibile. In questo senso, puntare sul riciclo dei Raee, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche è molto più importante della disponibilità di nuovi materiali.