Transizione energetica, la Sardegna ha tutte le carte in regola per diventare l’isola più green d’Europa

A sottolinearlo sono stati di recente il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e l’ad di Enel Francesco Starace. Con l’abbandono del carbone, diventa prioritario per l’isola puntare soprattutto su fotovoltaico ed eolico (sia onshore che offshore): il gas non può essere considerato un alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici.
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Federico Turrisi 13 Luglio 2021

La Sardegna potrebbe diventare la culla di un'autentica rivoluzione. No, non politica, ma energetica. La parola chiave che devi fissarti nella mente è decarbonizzazione. Se ricordi, ti avevamo già parlato della grande opportunità che la Sardegna è chiamata a cogliere. Tutti gli impianti a carbone presenti sull'isola dovranno essere spenti entro il 2025 – quando l'Italia dirà definitivamente addio al più inquinante tra i combustibili fossili – e il sistema energetico sardo dovrà essere profondamente trasformato. La via migliore da seguire, non priva di difficoltà, è quella delle fonti rinnovabili (in primis fotovoltaico ed eolico) che potrebbero soddisfare l'intero fabbisogno energetico dell'isola e costituire anche un volano per l'economia locale.

Sogno ad occhi aperti? Non proprio. Fanno ben sperare le parole che sono arrivate settimana scorsa, da una parte dal ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, e dall'altra dall'amministratore delegato e direttore generale di Enel Francesco Starace, nelle loro interviste rilasciate al quotidiano La Nuova Sardegna.

Il primo ha fatto intendere che nel futuro dell'isola ci sarà più spazio per le rinnovabili che per il gas naturale, meno inquinante rispetto al carbone ma pur sempre un combustibile fossile, e che la sfida principale è rendere la Sardegna "il territorio più verde dell'Europa, uno dei pochi esempi al mondo di aree prive di C02". Ovviamente ci vorrà del tempo. "L'idea stessa di transizione prevede un periodo di convivenza di vecchio e nuovo", ha affermato il ministro. "Nel caso sardo, la stabilità della rete deve rimanere inalterata nel periodo transitorio. Nelle zone industriali e per le industrie l'energia sarà prodotta dal gas, nel frattempo si affineranno le tecnologie di accumulo per le rinnovabili".

Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Starace, il quale per la Sardegna ha ribadito l'intenzione di "anticipare i tempi della decarbonizzazione con progetti fattibili, credibili, sostenibili sia ambientalmente che economicamente". Per l'ad di Enel regione ha le potenzialità per fare un grande salto in avanti e arrivare prima degli altri a vedere il suo parco energetico e industriale veramente green, diventando "un'esperienza pilota modello per il resto dell'Europa, con una capacità attrattiva, sia in chiave turistica che imprenditoriale molto robusta".

In questo senso il Pnrr, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta una forte spinta per accelerare sulla decarbonizzazione del settore energetico. "Il nostro piano di investimenti prevede la crescita di rinnovabili in tutta Italia. In Sardegna possiamo arrivare a un terzo, o anche di più della cifra sopra ipotizzata di 4 o 5 gigawatt. Ma puntiamo a realizzare anche un parco di accumuli realistico, robusto e diversificato", ribadisce Starace. Insomma, la Sardegna potrebbe diventare la capofila italiana della transizione energetica. Se vogliamo un futuro più pulito, bisogna iniziare adesso.