
Le grandi ondate di caldo estremo stanno mettendo a rischio anche la riproduzione delle api da miele. Se ti ricordi, ti ho raccontato della reazione a catena per cui la troppa siccità sta aumentando lo stress delle piante e delle vegetazione inficiando la loro capacità di assorbire l’ozono nell’aria. Ecco, allo stesso modo le temperature alte dovute ai cambiamenti climatici possono uccidere gli spermatozoi delle api compromettendo seriamente la fertilità di uno degli insetti più utili all’uomo. In uno studio pubblicato su Nature, i ricercatori della University of British Columbia e della North Carolina State University l’hanno rilevato utilizzando la spettrometria di massa per analizzare lo sperma immagazzinato nelle regine delle api da miele: hanno così identificato cinque proteine che, con il calore estremo, si attivano diventando un ottimo strumento per monitorare lo stress della api. E quindi per intervenire e preservare la loro fertilità.
Le regine delle api da miele hanno il compito fondamentale di produrre le altre api operaie e perciò dalla loro capacità riproduttiva dipende la salute e la produttività della colonia stessa. Visto l’aumento delle temperature registrato negli ultimi anni, i ricercatori hanno voluto indagare quali “climi” possono essere considerati sicuri per le api regine e dunque, fino a che temperature riescono a trasportare abbastanza sperma attivo: se ci pensi, è un dato decisamente importante per gli scienziati ma anche per gli apicoltori che, con le giuste informazioni, possono tutelarne la salute e la riproduttività.
Per ottenere questo risultato, i ricercatori hanno monitorato le temperature raggiunte nel mese di agosto all'interno di tre alveari nella zona di El Centro, in California: qui la temperatura ambientale, all’ombra, può raggiungere anche i 45°. All'interno di tutti e tre gli alveari, nelle parti più esserne, sono salite fino a 40° per quasi 5 ore mentre in due alveari su tre, hanno superato i 38°, nelle zone più vicine al nucleo.
Dai dati raccolti, secondo i ricercatori della University of British Columbia e della North Carolina State University, tra 15° e 38° le api riescono a sopravvivere senza subire danni ai propri spermatozoi: sopra i 38°, però, la percentuale di spermatozoi vivi scende al di sotto o al livello riscontrato nelle regine “fallite” rispetto alle regine sane, quindi un 11,5% rispetto al normale 90%. Grazie all’utilizzo della spettrometria di massa, hanno poi notato che con l’aumento del calore aumentava anche la presenza di cinque proteine. Queste, da oggi, sono diventate il parametro per tenere monitorata la fertilità delle api e tutelare loro e quindi anche noi.