
L'azoto viene spesso aggiunto ai terreni agricoli sotto forma di fertilizzanti per aumentare la produttività delle colture, ma quando l'azoto è presente in quantità superiori a quelle necessarie, può causare gravi danni agli ecosistemi naturali. L'eccesso di azoto può portare a una crescita eccessiva di alcune specie a scapito di altre, riducendo la biodiversità.
Uno degli effetti più evidenti dell'eccesso di azoto è la perdita di diversità delle piante fissatrici di azoto. Uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che l'aumento della deposizione di azoto riduce la diversità di queste piante, che sono fondamentali per la salute degli ecosistemi, specialmente nei suoli poveri di nutrienti.
Ora cosa sono le piante fissatrici? Un esempio è il trifoglio, ma c'è anche il leguminose. Ecco queste piante, in caso di presenza eccessiva dei livelli di azoto, perderebbero il loro potere di arricchire maggiormente il terreno di nutrienti.
Inoltre, l'eccesso di azoto può causare l'eutrofizzazione delle acque, un processo che porta alla crescita eccessiva di alghe e alla conseguente diminuzione dell'ossigeno disponibile per altre forme di vita acquatica.
In sostanza il troppo azoto renderebbe i terreni difficilmente coltivabili in quanto farebbe perdere loro la capacità di immagazzinare nutrienti, rischierebbe di impoverire quelle piante in grado di rilasciare nutrienti allo stesso terreno e ridurre l'ossigeno presente nelle acque e questo porterebbe alla riduzione di presenza di alcune specie animali.
Nature ha evidenziato che per ogni 100 kg di azoto aggiunto per ettaro all'anno, si perdono circa il 7% della specie per metro quadrato. Inoltre la ricerca si è spostata anche sulla CO2 presente in eccesso per via del riscaldamento globale. Il risultato con la CO2 aggiunta è che si è perso il 19% della specie.