
Un nuovo schema di truffa hi-tech, che non si svolge online ma direttamente per le strade, sta destando forte preoccupazione. A Sorrento è stato scoperto un caso in cui una donna di 36 anni, originaria del Perù, ha utilizzato un POS manomesso per sottrarre denaro avvicinandosi ai passanti, fingendosi una turista. Il dispositivo, dall’aspetto simile ai classici lettori di carte usati nei negozi, era in realtà programmato per effettuare pagamenti non autorizzati semplicemente avvicinandolo alle tasche delle vittime.
Il trucco alla base è tanto semplice quanto pericoloso: il lettore di carte, collegato a uno smartphone tramite un’app specifica, può avviare un pagamento contactless senza che il titolare della carta inserisca il PIN o confermi l’operazione. Le autorità stanno ancora cercando di capire in che modo il terminale venga alterato per permettere queste transazioni illecite, analizzando il dispositivo sequestrato e ricostruendo quanto accaduto.
Il furto più rilevante collegato a questo metodo riguarda un turista derubato di 9.000 euro. Secondo i carabinieri, si tratta di un nuovo tipo di borseggio tecnologico, soprannominato “pickpocketing digitale”. Le carte di pagamento dotate di tecnologia NFC (Near Field Communication) consentono transazioni rapide senza contatto fino a una certa soglia. Questa funzione viene sfruttata dai truffatori, che avvicinano un POS truccato alle persone per simulare una normale operazione di pagamento.
Ciò che resta da chiarire è se il sistema sia frutto di una sofisticata modifica tecnica o se basti una semplice app non ufficiale per trasformare un POS tradizionale in uno strumento di frode. L’indagine è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi.
Il dispositivo incriminato è stato trovato nella borsa della donna fermata dopo un furto in un locale del centro di Sorrento. Gli investigatori ipotizzano che possa essere coinvolta anche in un episodio simile avvenuto a Roma, dove un turista ha subito un addebito illecito per diverse migliaia di euro. Al momento, resta da stabilire se l’importo venga digitato manualmente sul POS o se il lettore possa agire in modo automatico.
A livello globale, truffe di questo tipo sono ancora poco diffuse. Uno dei pochi precedenti risale al Canada, dove un gruppo criminale aveva usato terminali manipolati per ottenere falsi rimborsi da parte di esercenti. In quel contesto, però, le vittime erano i negozianti stessi. Il caso italiano rappresenta quindi un'evoluzione più pericolosa, che colpisce direttamente le persone per strada.
Per evitare di cadere in queste trappole, gli esperti suggeriscono di limitare l’uso delle carte fisiche e affidarsi a metodi di pagamento digitali tramite smartphone. Soluzioni come Apple Wallet e Google Wallet offrono sistemi di sicurezza avanzati che proteggono i dati sensibili. Secondo l’informatico Jacopo Jannone, le informazioni trasmesse durante una transazione via smartphone non corrispondono ai veri dati della carta, rendendo le operazioni molto più sicure.