Uno degli stati più piccoli del mondo, con una superficie di appena 26 chilometri quadrati; ci abitano circa 10.800 persone e ogni anno ne arrivano al massimo 2mila in più potrebbe scomparire per sempre a causa del cambiamento climatico. Ti sto parlando di Tuvalu un arcipelago dell’Oceano Pacifico composto da atolli (ovvero delle scogliere coralline circolari che racchiude una laguna interna) e non lontano dal Kiribati, con il quale condivide anche un pezzo di storia. Le strade asfaltate esistono solo nella capitale, come pure gli alberghi e quei pochi servizi per i turisti. Il consiglio, in caso tu decida di farci un viaggio, è quello di fare in modo di renderti il più possibile autonomo tra mezzi di trasporto e attrezzatura varia. La buona notizia è che non sarai trattato come un visitatore occasionale, ma quasi come uno di famiglia: sarai invitato alle celebrazioni e alle feste locali e le persone cercheranno spesso di fare due chiacchiere con te.
L'area geografica in cui si colloca Tuvalu è quella della Polinesia e infatti circa il 90% degli abitanti proviene da quella regione. Come ti dicevo prima è vicino all'arcipelago del Kiribati, ma anche alle ben più famose isole Fiji. Il nome significa "otto insieme" e faceva riferimento al numero di atolli effettivamente abitati, oggi sono saliti a 9 con l'aggiunta di Niulakita. La maggior parte della popolazione però si concentra nel principale, Funafuti, dove si trova anche il centro urbano che funge da capitale, Vaiaku, e gli altri villaggi più grandi, Senala e Fakaifou.
Nonostante siano piccoli isolotti in mezzo a un oceano, gli atolli di Tuvalu sono abitati fin dal 1000 a.C. Gli europei, però, li scoprono solo nel 1568, quando l'esploratore spagnolo Alvaro de Mendana y Neyra parte alla volta delle Isole Salomone e avvista invece un'altra terra. Come spesso accade, più o meno da quale momento diventarono proprietà dei Paesi occidentali, che prima guardarono a loro in modo distratto, lasciando che diventassero approdo di mercanti di schiavi e cacciatori di balene, e poi come protettorato dell'Impero Britannico, nel 1892. Anzi, per la verità lo divennero assieme alle Isole Gilbert, il Kribati appunto. Nel 1974 i due popoli chiesero di essere quanto meno separati, dal momento che essere vicini non significava condividere le stesse tradizioni e la stessa cultura. Quattro anni dopo Tuvalu ottenne l'indipendenza vera e propria e oggi fa semplicemente parte del Commonwealth.
Le Tuvalu, come hai potuto iniziare a comprendere sono un bene prezioso per il Pianeta proprio per la sua conformazione, la sua storia e le particolarità geografiche che la contraddistinguono da altre isole. Ecco tutte queste particolarità rischiano di scomparire per sempre a causa della crisi climatica che ogni anno porta all'aumento del livello del mare. Se le Tuvalu non ci saranno più sarà perché verranno inghiottite dalle acque dell'Oceano. Da molti studi si è provato a tirare le somme per capire un anno in cui l'isola potrebbe non esistere più e in molti parlano già del 2100.
L'anno di irreversibilità potrebbe essere invece il 2050, in quanto sempre le proiezioni fatte indicano che sarà l'anno in cui l'atollo dove vivono più abitanti dell'isola sarà completamente sommerso.
Uno dei primi Stati venuti in aiuto per la popolazione locale delle Tuvalu è stata l'Australia che nel 2023 ha firmato un patto per l'accoglienza dei cosiddetti "migranti climatici". E proprio l'accordo tra Australia e Tuvalu è un segnale importante della crescente consapevolezza internazionale della questione dei migranti climatici.
Questo prevede che 280 cittadini di Tuvalu ogni anno possano ottenere un visto speciale per vivere, lavorare e studiare nel paese. L'Australia si impegna inoltre a sostenere Tuvalu nella sua lotta al cambiamento climatico, fornendo aiuti finanziari e tecnici per la costruzione di infrastrutture resilienti alle inondazioni.
La storia delle Tuvalu però vuole raccontare altro, ancor più importante rispetto all'innalzamento dei mari, al rischio di perdere una meraviglia del nostro Pianeta. Secondo Climate Watch, Tuvalu è uno dei 25 Paesi con la minore impronta di carbonio pro-capite del Pianeta e questo ci deve far capire come nonostante un Paese può essere virtuoso dal punto di vista ambientale, fin quando a livello collettivo tutti non puntano alla riduzione delle emissioni di CO2, qualsiasi terra, anche la più verde al mondo, anche quella inabitata dall'uomo, può scomparire per sempre.