Un bambino su sette non ha cibo sufficiente e adeguato: l’insicurezza alimentare purtroppo esiste anche in Italia

È la fotografia di un’importante fetta del nostro paese che emerge da uno studio dell’Università Cattolica, pubblicato sulla rivista internazionale Food Security. Tra i dati ottenuti, anche la tendenza di molte famiglie a sopperire alla scarsità economica preferendo cibi poco costosi e quindi di scarsa qualità.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Novembre 2020
* ultima modifica il 01/02/2021

Quando senti parlare di sicurezza alimentare devi pensare a un mondo o un paese in cui cui ogni persona può accedere fisicamente e soprattutto economicamente a del cibo considerato sicuro e sufficiente per soddisfare tutte le esigenze nutrizionali e per avere, in sostanza, una vita attiva e sana. Uno studio condotto dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica dell'Università Cattolica ha invece fotografato un’Italia diversa. I ricercatori descrivono un paese in cui 1 bambino su 7 vive nell’insicurezza alimentare e in cui molte famiglie, per necessità, scelgono l’alimentazione più economica e non quella più sana. Dalle rivista Food Security, emerge un’ampia fascia di popolazione tra 1 e 11 anni a forte rischio di problemi della di salute, relazionali e psicomotorie.

Lo studio

Lo studio dei ricercatori dell’Università Cattolica ha preso in esame un campione di 573 bambini proveniente da 6 macro aree: Milano, Roma, Jesi, Caserta, Brindisi, Lecce e Palermo. I bambini avevano un’età compresa tra 1 e 11 anni, erano tutti nati in Italia da genitori italiani e sono stati seguiti tra il 2017 e il 2018.

I risultati

Come avrai intuito dalle prime righe con cui ti ho presentato lo studio, i dati emersi hanno dipinto una quadro non troppo piacevole: l’insicurezza alimentare, quindi l’impossibilità di avere a disposizione una quantità di cibo giusta, sufficiente e sana, purtroppo è largamente diffusa.

Dalle stime dei ricercatori è emerso che ogni 7 bambini, uno vive in condizioni di insicurezza alimentare. Significa che la famiglia non sempre è in grado di permettersi, ed è una parola pesante, di mangiare pasti sani e nutrizionalmente equilibrati. Questo perché per sopperire alla scarsità economica i genitori si rifugiano nel cibo a basso costo che, troppo spesso, pecca di poca qualità.

Non solo. Dallo studio si evince anche una disparità “geografica”, nel senso che i bambini che più rischiano di andare incontro all’insicurezza alimentare sono quelli del Sud, appartenenti a famiglie numerose, con genitori giovani, con un livello di istruzione basso e con reddito non troppo alto.

Una sottostima?

Insicurezza alimentare, puoi capirlo, fa purtroppo rima anche con una salute scarsa e precaria. Non poter accedere a cibo sano e di qualità comporta per i bambini la mancanza di tutti i nutrienti di cui hanno bisogno per la crescita e, di conseguenza, un maggior rischio di sviluppare problemi di salute, alla vista, dentali e fisici oltre poi a quelli relazionali o alle difficoltà psicomotorie.

1 bambino su 7 vive nell’insicurezza alimentare e molte famiglie, per necessità, scelgono cibi meno costosi ma meno salutari

Secondo gli autori, sfortunatamente, i dati ottenuti potrebbero anche rappresentare solo una sottostima del problema. Bisogna considerare la possibilità che i genitori, nella compilazione del questionario somministrato dai ricercatori, possano aver edulcorato la propria condizione, nascondendo la verità per vergogna o imbarazzo. In più, considera che tre le macro aree prese in considerazione mancano quelle più delicate, quelle cioè più povere dove l’insicurezza alimentare è già realtà da tempo. Senza contare che la pandemia da Coronavirus ha sicuramente avuto un ruolo, andando a pesare (e non poco) su situazioni già instabili. Motivi in più per cambiare marcia, in fretta.

Fonte | "Prevalence, socio-economic predictors and health correlates of food insecurity among Italian children- findings from a cross-sectional study" pubblicata il 29 ottobre 2020 sulla rivista Food Security

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