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Un giacimento di petrolio si trasforma in magazzino per la CO2, il caso dello Jutland

Si tratta del progetto Greensand promosso direttamente dal principe danese Frederik che prevede la cattura di CO2 presente in atmosfera e il suo immagazzinamento nel giacimento di petrolio situato a 250km dalle coste dello Jutland, la penisola nord europea divisa tra Germania e Danimarca. Cosa prevede nello specifico il progetto?
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Mattia Giangaspero 15 Marzo 2023

La piattaforma in mare che prima estraeva petrolio da un giacimento situato a 250 chilometri dalle coste dello Jutland smetterà di funzionare. All'inizio può sembrare una buona notizia per noi e l'ambiente, ma in realtà il fatto che non estrarrà più petrolio è dovuto al fatto che lo stesso giacimento è ormai esaurito. L'unica nota positiva di questa storia è che, quanto meno, il governo danese ha trovato un modo "etico" per poter riconvertire il lavoro di quella piattaforma in un contributo fondamentale per il Pianeta. È stato dato il via a un progetto chiamato "Greensand" e prevede che venga immagazzinato in questo giacimento, ormai esaurito, tutta l'anidride carbonica presente nell'atmosfera. Questo giacimento potrà contenere fino a 8milioni di tonnellate l'anno. In sostanza il 10% dei gas serra prodotti dalla Danimarca. Il progetto però che ha quanto appena detto come obiettivo, partirà solo nel 2030.

Il meccanismo in se prevede questo: l'anidride carbonica catturata dall'atmosfera viene trasformata successivamente in gas liquido, per poi arrivare alla sua solidificazione e infine ci sarà il suo immagazzinamento nel giacimento. Il progetto ha un'altra particolarità. La CO2 proviene dal Belgio e il suo trasporto avviene per il momento via terra, successivamente si lavorerà per farla arrivare anche via mare. Quindi si ha una collaborazione tra Paesi europei per arrivare al risultato di ridurre i gas serra presenti in atmosfera. Quindi oltre all'aumento di fonti energetiche rinnovabili e al mercato dei crediti di carbonio, si sta formando anche un nuovo mercato di cattura e stoccaggio di CO2. In questo senso ha parlato del progetto anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Layen: 

Questo è un grande momento per la transizione verde dell'Europa e per la nostra industria della tecnologia pulita. State dimostrando che si può fare, che possiamo far crescere il nostro settore attraverso l'innovazione e, allo stesso tempo, rimuovere le emissioni di carbonio dall'atmosfera grazie all'ingegno e la cooperazione

L'analisi sul progetto danese Greensand

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Ma chi c'è dietro al progetto Greensand? Una branca interna a una delle più importanti aziende di chimica britannica. E questa branca si chiama Ineos Energy. Infatti quando ti ho parlato che la CO2 da stoccare nel giacimento di petrolio esaurito, proviene dal Belgio, te ne ho parlato perchè, con l'esattezza, proviene proprio dalla Ineos Energy.  Si tratterà di un primo test, per dimostrare che è un sistema che funziona.  Successivamente ci sarà un'apertura a tutti danesi e belgi, con l'obiettivo però che possano partecipare altri Paesi. La stessa Ineos ha definito il progetto così:

Il primo stoccaggio di CO2 offshore transfrontaliero al mondo destinato a mitigare il cambiamento climatico.

Secondo il Geological Survey of Denmark and Greenland (Geus), Il sottosuolo della Danimarca potrebbe ospitare 22 miliardi di tonnellate di CO2. Sarebbe il corrispettivo di circa 700 anni di emissioni della stessa nazione.  Per la Danimarca questo può essere un punto strategico di inserirsi nella lotta al cambiamento climatico a livello europeo, riuscendo anche a creare un blocco unico per tutto il Continente di stoccaggio della CO2.  Una vera e propria transizione da terra promessa del petrolio a terra di salvezza per l'ambiente (?)