Un Mar Baltico sommerso dalla Guerre: il veleno ecologico delle armi inesplose, i rischi per la pesca e i danni alla salute

Interi conflitti bellici sprofondati nel Mar Baltico. Si tratta di oltre 300mila tonnellate di armamenti risalenti alle due Guerre mondiali e questi rischiano di creare un vero e proprio disastro ecologico, ecco perchè.
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Mattia Giangaspero 2 Ottobre 2023

Una guerra intera sul fondale del Mar Baltico. Un vero e proprio disastro ecologico sommerso in quel mare. Sono stati ritrovati infatti e purtroppo circa 300mila tonnellate di armi, granate, bombe e molti di questi armamenti bellici risalgono al 1945, quando le forze alleate decisero di sbarrazzarsene per timore di rivolte nella Germania post-nazista. Altre armi risalgono addirittura alla prima guerra mondiale.

Ora perchè si tratta di un disastro ecologico? Le armi sommerse nel corso degli anni rilasciano sempre più sostanze chimiche, alcune di queste sono tnt, gas mostarda, fosgene e arsenico. Tutti elementi chimici dannosi per l'ambiente, l'ecosistema marino e l'essere umano.

Nello specifico queste sostanze sono in grado di modificare l'acidità e la temperatura delle acque e se ingerite dai pesci che abitano quelle zone marine, potrebbero portare alla formazione di cancro e alla conseguente morte.

Perchè anche l'essere umano è a rischio? Semplicemente la paura maggiore avviene dal pescato e dai pesci consumati che provengono dalle acque del Mar Baltico, poichè questi rischiano di portare un accumulo di molti agenti cancerogeni.

La situazione del Mar Baltico deve preoccupare e non poco la politica internazionale ed europea, si tratta di un'area strategica per il continuum della vita, del Pianeta Terra, allo stesso livello dell'Amazzonia.

Le soluzioni sul tavolo

A inizio 2023, la Germania ha annunciato un programma da 100 milioni di euro per il recupero e la distruzione delle munizioni. E il recupero potrebbe avvenire grazie ai progressi della scienza, della tecnologia e dell'intelligenza artificiale che rendono più semplice la mappatura dei fondali del Mar Baltico. Alcune munizioni vengono disinnescate con getti d'acqua prima di essere rimosse dal fondale, altre recuperate per essere fatte esplodere o incenerite sulla terraferma. E non dimentichiamoci la guerra in Ucraina. Queste soluzioni tecnologiche potrebbero essere fondamentali anche per la bonifica del Mar Nero quando si concluderà la guerra portata avanti dalla Russia.

Stock ittici, commercio: il collasso del mercato del pesce

Lo stato di inquinamento del Mar Baltico ha gravi ripercussioni sull'industria della pesca. Ad agosto, la Commissione europea ha imposto nuovi limiti di cattura per due specie ittiche nel Baltico. "Se confrontiamo i comportamenti e le dichiarazioni dei governi, c'è una notevole differenza. Ma soprattutto c'è un basso livello di azione", ha detto Claus Böttcher, consulente indipendente di JPI Oceans.

"Abbiamo sviluppato una tecnologia che dimostra che una pulizia del fondo oceanico è possibile. Le munizioni sono visibili e tangibili e possono essere rimosse", ha detto Böttcher. "Anche le armi devono essere monitorate più da vicino, poiché alcune comportano un rischio esplosivo minimo a causa delle condizioni instabili delle sostanze chimiche che contengono. Queste soluzioni tecnologiche potrebbero anche essere vitali per una pulizia del Mar Nero quando la guerra in Ucraina alla fine volgerà al termine. Sebbene si sappia poco sullo scarico di munizioni nella regione, gli esperti dicono che i governi devono imparare dagli errori del passato per evitare che si ripeta disastrosamente".