Un pacco troppo pesante: l’impatto dell’aumento degli acquisti online sull’ambiente

Nel lockdown gli acquisti online sono lievitati, ma generano più emissioni e più rifiuti. Ognuno di noi può fare qualcosa per limitarne gli effetti negativi.
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Gianluca Cedolin 26 Maggio 2020

Con il lockdown imposto dal coronavirus, moltissimi settori economici hanno rallentato, o si sono totalmente fermati. Le vendite online, invece, non hanno risentito della crisi, ma anzi sono molto aumentate: dall'inizio del 2020 le piattaforme di e-commerce hanno guadagnato in Italia 2 milioni di nuovi consumatori, dei quali 1,3 dopo lo scoppio della pandemia. Secondo il consorzio Netcomm, il commercio sul web è il settore dell'economia mondiale che crescerà di più quest'anno (un aumento calcolato fino al 55%).

Problemi dell'e-commerce

Acquistare online è molto comodo, e permette a realtà anche piccole di avere un bacino di clienti potenzialmente infinito. Ci sono però degli aspetti negativi, dalle emissioni generate con il trasporto alle condizioni di lavoro spesso critiche dei dipendenti delle multinazionali dell'e-commerce, fino alla crisi dei negozi di vicinato e all'aumento esponenziale di imballaggi. Europa Verde, per protestare contro l'apertura di un nuovo magazzino Amazon vicino a Parma, ha scritto: «È noto che al modello Amazon è legato un aumento dei rifiuti, in particolare imballaggi in plastica e in cartone, un aumento del traffico urbano dovuto a modalità di consegna che privilegiano la riduzione dei tempi di consegna a scapito della riduzione dei percorsi, un aumento del traffico dei mezzi pesanti su gomma e un basso utilizzo delle ferrovie, nonché un aumento del traffico aereo».

Ogni pacco che ci arriva a casa è spesso contenuto in un cartone, dentro il quale potrebbe esserci del pluriball (la plastica con i pallini da scoppiare, per intenderci) e poi una confezione in plastica in cui è chiuso quanto abbiamo ordinato. Anche ordinando la spesa online gli imballaggi ai prodotti si moltiplicano. Se continuiamo a ordinare online a questi ritmi, il sistema di smaltimento e riciclo rischia di andare in crisi, e le emissioni dovute al trasporto dei prodotti aumenteranno.

Cosa possiamo fare

Per fortuna, i consumatori iniziano a farsi sentire con la richiesta di un packaging che sia più sostenibile e ridotto allo stretto necessario e una filiera più corta anche nell'e-commerce. Nel frattempo, se vogliamo intervenire attivamente per limitare il problema ma non rinunciare alla comodità di fare la spesa a casa, per esempio, possiamo preferire all'ordinazione online il servizio click and collect. Messo a disposizione anche da piccoli negozi di vicinato come macellai, fruttivendoli e alimentari, consiste nell'ordinare al telefono la spesa e nel passarla a ritirare già pronta. Si favorirà l'economia locale, riducendo l'impatto del trasporto e una buona parte del packaging necessario per imballare i prodotti. Quando acquistiamo online, invece, dobbiamo sforzarci di comprare solo quanto è strettamente necessario, senza farci prendere dalla compulsione di prendere qualsiasi cosa solo perché è economico e a portata di click.