È stato presentato un referendum per chiedere l’eliminazione degli allevamenti intensivi in Italia

Il Partito animalista italiano, insieme ad altre realtà associative a difesa dei diritti degli animali, ha depositato in Corte di Cassazione la proposta di un referendum per chiudere gli allevamenti e macelli intensivi e renderli fuori legge. Il presidente: “Giornata storica per l’animalismo in Italia”
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Maria Teresa Gasbarrone 29 Marzo 2023

La sofferenza per gli animali e i danni all'ambiente causati dagli allevamenti intensivi sono noti ormai da tempo, ma mai finora erano divenuti oggetto di un referendum in Italia. Almeno fino a oggi.

Nella mattina del 28 marzo il Partito animalista italiano, insieme ad altre realtà associative a difesa dei diritti degli animali, ha infatti depositato in Corte di Cassazione la proposta di un testo referendario per chiudere gli allevamenti e macelli intensivi e renderli fuori legge.

Le ragioni del referendum

"Una giornata storica per l'animalismo in Italia". Così l'ha definita il presidente del Partito animalista italiano Cristiano Ceriello che in un comunicato stampa ha spiegato le ragioni alla base del referendum: "Con il nostro quesito vogliamo abrogare le deroghe di cui godono sinora per legge le attività di allevamento, trasporto, macellazione degli animali e le deroghe alle leggi speciali in materia di animali, rendendoli per ora non punibili penalmente di uccisioni e maltrattamenti ingiusti contro gli animali. Se dovesse passare il nostro quesito, quelli che ora sono gli allevamenti e macelli intensivi diventerebbero totalmente illegali, oltre che reati, e questa nuova realtà porterebbe alla loro abolizione e fine".

Il referendum, oggi presentato alla Corte di Cassazione, punta a riformare la legge n.189 del 2004 "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".

Qualora passasse il referendum verrebbe quindi abrogata la deroga prevista dal legislatore nel 2004 e gli allevamenti intensivi diventerebbero fuori legge.

Sempre Ceriello ha anticipato che la raccolta firme dovrebbe partire a fine aprile.

In accordo con la Costituzione

"Questa abrogazione – si legge ancora nel comunicato stampa – sarebbe anche il completamento legislativo della recente riforma costituzionale, la quale ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione in senso più animalista ed ecologista".

Il riferimento è l'inserimento in Costituzione all'articolo 9 della tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi "nell'interesse delle future generazioni" e dell'impegno da parte della legge a disciplinare "i modi e le forme di tutela degli animali".

Così come l'articolo 9 anche il 41 è stato modificato a difesa dell'ambiente, stabilendo che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno alla salute e all'ambiente, così come alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (così come era stabilito prima delle modifiche introdotte dalla legge costituzionale n.1 dell'11 febbraio 2022).