Era il 1873 quando un uragano con raffiche di vento superiori ai 140km/h toccò terrà nella vasta area che divide attualmente l'Ucraina, la Russia e la Crimea. A oggi, 150 anni dopo nello stesso territorio (da Odessa alla Crimea, passando per Mykolayiv e Kherson, fino alle regioni occupate della costa del Mar Nero) si è scagliato un nuovo uragano che ha devastato case e intere città. Infatti, il maltempo e forti raffiche di vento hanno portato un'interruzione di corrente in più di 2000 città e villaggi. Nel complesso le segnalazioni di soccorso sono partite da 16 regioni dell'Ucraina. Mentre 1,9 milioni sono le persone rimaste senza elettricità nel sud della Russia, in Crimea. 

Inoltre la tempesta, con venti che, nella giornata di 27 novembre 2023, hanno raggiunto i 143km/h, ha distrutto i tetti di case, sradicato alberi, inondato abitazioni e provocato seri danni alle strutture turistiche sulle spiagge della Crimea. Una cinquantina di voli in partenza e in arrivo agli aeroporti di Mosca sono stati cancellati.

Il bilancio, ancora provvisorio purtroppo racconta che sono morte due persone e risultano 10 feriti. Tutte le informazioni, fronte Ucraina, sono arrivate direttamente dal Presidente Zelensky e dal suo ministero dell'Energia, invece fronte Crimea, a diffondere tutti i dati e bilanci è stato direttamente il Parlamento.

Inoltre il Presidente, sempre del Parlamento della Crimea, Vladimir Konstantinov, ha aggiunto:

"Quello che abbiamo visto è stato un Armageddon. Non si ricordano venti e onde di tale forza"

E infatti, Roman Vilfand, direttore scientifico del Centro idrometereologico, ha detto all'agenzia Ria Novosti che si è trattato della tempesta più forte che abbia colpito la Crimea da quando sono cominciate le osservazioni metereologiche.