É finita un’epoca. La comunità dei comuni di Matheysine, nell'Isère, ha deciso di chiudere le porte della sua stazione sciistica. Situata a 1.368 metri di altitudine, questa stazione si trova ad affrontare da diversi anni difficoltà finanziarie, legate soprattutto alla mancanza di neve, e quindi non riaprirà per la stagione invernale.
L’Alpe du Grand Serre è la prima stazione sciistica importante a chiudere nelle Alpi settentrionali, mettendo a rischio 200 posti di lavoro diretti e indiretti. Per il senatore dell'Isère e presidente del gruppo ambientalista Guillaume Gontard, “esiste un vero problema di anticipazione” nella gestione della transizione di queste località di media montagna.
Secondo France Bleu, i deficit economici sono diventati troppo pesanti per essere sopportati dai Comuni. La comunità dei comuni di Matheysine ha già versato 2,8 milioni di euro dal 2017 per saldare i debiti di esercizio. Cifra enorme per una comunità di meno di 20.000 abitanti. La stazione risale al 1938. Per i residenti la sua chiusura è un trauma. La decisione è stata difficile da prendere: da un lato famiglie e posti di lavoro, dall’altro i deficit che si accumulano mettendo in pericolo la sopravvivenza a lungo termine del villaggio. Entro due anni è previsto un nuovo progetto di sviluppo della Comunità dei Comuni, più adatto ai cambiamenti climatici.
Stessa fine anche per la piccola stazione sciistica di Notre-Dame-du-Pré, in Savoia, in grande difficoltà economica da diversi anni (si stima qui una perdita di 20.000 euro ogni inverno da quattro anni) a causa della mancanza di neve, "funzionava già al minimo da diversi inverni".
Dagli anni '70 in Francia sono state chiuse più di 180 aree sciistiche, la maggior parte delle quali sono micro-località familiari o comunali non redditizie situate in media montagna. Il riscaldamento globale, che rende la neve più incerta, ha complicato anche la situazione delle località turistiche a partire dagli anni 2000.