“Una foresta per Amarena”, 60 alberi da frutto per sfamare i cuccioli dell’orsa uccisa

Dopo l’uccisione di Amarena, gli abitanti di Villalago hanno formato un comitato in suo ricordo con un obiettivo specifico: preservare il benessere degli animali che vivono nel Parco, in particolare i due cuccioli figli dell’orsa. Con questo spirito è nata “Una foresta per Amarena”, un lembo di terra in cui, su iniziativa di Eugenia e Giovanni, una coppia locale, sono già stati piantumati più di 60 alberi da frutto, fonte di cibo per gli orsi e la fauna che da secoli popola il territorio.
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Evelyn Novello 9 Dicembre 2023
Intervista a Eugenia Salvatore Presidente "Una foresta per Amarena"

Il 1 settembre leggevi la notizia della morte di Amarena, l'orsa simbolo della Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. La notizia ha scosso tutta Italia e ci ha ricordato a quali livelli può arrivare la crudeltà umana. I cuccioli sono rimasti orfani ma pare stiano bene, le immagini diffuse dal Parco ce li mostrano aggirarsi tra i boschi alla ricerca di cibo, proprio nei luoghi che frequentava anche la mamma. Il dispiacere dei cittadini dei paesi limitrofi si è fatto subito sentire, in particolare quello di una coppia locale, Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, che hanno trasformato le lacrime in un'azione concreta per star accanto ai due orsetti. Così, a Villalago, paese in provincia dell'Aquila e confinante con il Parco Nazionale, hanno dato vita al comitato "Una foresta per Amarena", chiamato così perché la prima iniziativa è stata quella di piantare alberi da frutto per garantire cibo sia agli orsacchiotti sia a tutti gli animali selvatici che popolano quelle zone. Un progetto, un impegno della cittadinanza in ricordo di Amarena che raccontiamo qui a Ohga grazie alla parole della presidente della neoassociazione Eugenia Salvatore.

"Subito dopo la morte di Amarena abbiamo costituito l'associazione "Le Montagne dell'orso" – ci spiega Salvatore – ci dispiaceva, le eravamo affezionati perché la vedevamo spesso aggirarsi in paese. Volevamo fare qualcosa per lei, o, perlomeno, per i suoi cuccioli. Così in sua memoria abbiamo deciso di piantumare degli alberi di frutto proprio nel territorio dove viveva la famiglia di orsi". Grazie a una raccolta fondi, Giovanni ed Eugenia sono riusciti ad accumulare circa 4mila euro con cui acquistare diverse specie di sorbo, melo, pero e ciliegio, finora ne sono stati piantati 63. "Siamo felici perché in tantissimi sono venuti ad aiutarci, da tutta Italia, compreso il direttore del Parco Nazionale e il sindaco di Villalago, che ci ha dato il patrocinio gratuito del terreno – continua Salvatore. – Abbiamo pensato attentamente a questo progetto, sia alla tipologia di albero che alla posizione in cui collocarli. Abbiamo chiesto consiglio ad agronomi e tecnici".

Mettere a disposizione degli animali del Parco fonti di cibo non significa solo pensare al loro benessere, vuol dire anche preservarli dal contatto umano che, come abbiamo imparato, può rivelarsi fatale e pericoloso per entrambi. "Gli animali selvatici – precisa Salvatore – scendono spesso a valle nel centro abitato, mangiano negli orti privati. I cervi sono quasi domestici, camminano nel paese e li ritroviamo a brucare l'erba del guardino o i fiori dei vasi, alcuni sono un po' irruenti. I villalaghesi sanno conviverci ma, per tutelarli, dovremmo tenerli il più possibile lontano dall'uomo. È per questo che abbiamo rimboscato un lembo di terra che faccia da cuscinetto tra l'area protetta e il paese, in cui possano vivere e nutrirsi".

Il progetto non si è ancora concluso, ma Giovanni ed Eugenia hanno già ben chiare le prossime mosse. "Siamo soddisfatti ma non ci fermeremo – conclude Salvatore – sensibilizzeremo il pubblico, dai bambini agli adulti, sul corretto approccio agli animali selvatici. Ci vuole più educazione civica e informazioni giuste. Per questo faremo una tavola rotonda, per definire un progetto che abbracci queste idee".

Amarena per Villlago era un simbolo e questa "Foresta" farà quanto possibile per ricordarla e farle onore. "L'orsa sembrava una cittadina come noi – conclude la Presidente dell'associazione – dava la sensazione di mamma, come siamo noi umane. Una parte di Villalago se n'è andata con lei". Una rinnovata speranza si è accesa, però, per tutti gli animali che vivono nel Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, compresi gli orsetti, i cervi, camosci e caprioli che da secoli costituiscono una parte preziosa della fauna locale.