patagonia-inchiesta-fast-fashion-follow-the-money

Un’altra inchiesta scombina il mondo del fashion: Patagonia, il brand d’abbigliamento sostenibile “sfrutta i lavoratori”

Si tratta di un’indagine giornalistica che svela come il famoso marchio statunitense dell’abbigliamento da paladino dell’ambiente, sostenibilità e difesa del lavoro, sia in realtà molto simile ad altri grandi brand del fast fashion che sfruttano i lavoratori, sottopagandoli e facendoli svolgere straordinari massacranti.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Mattia Giangaspero 26 Giugno 2023

È vero che potrebbe non sconvolgere più perchè ormai sappiamo tutti come funziona il "lato oscuro" della produzione, in qualsiasi settore, in particolar modo in quello della moda, però quando si tratta di un brand che si è posto come paladino della sostenibilità, le brutte notizie stonano sempre.

Ti sto parlando del brand d'abbigliamento statunitense fondato dall’alpinista e imprenditore Yvon Chouinard: Patagonia. 

Ti starai chiedendo cosa è successo? In pratica, in una delle tante fabbriche che ha nel mondo, Patagonia è stata accusata di aver sfruttato i lavoratori. Questo è quanto emerge da un'inchiesta giornalistica portata avanti e realizzata da Follow the Money rete investigativa indipendente.

L'accusa nello specifico è che all'interno della fabbrica presente in Sri Lanka ci sia una totale assenza di controlli adeguati sulle terribili condizioni dei lavoratori pesantemente sfruttati mentre producono vestiti.

Eppure lo stesso brand Patagonia ha sempre puntato al rispetto dell'ambiente e delle persone. Una filosofia che adesso però non regge più. Non è più credibile, stando da quanto detto da FTM.

Sempre secondo Follow the Money, i lavoratori raggiungo persino le 17 ore quotidiane di lavoro. Praticamente lavorano sempre, tutto il giorno. Gli stessi giornalisti si sono recati sul posto per intervistare i lavoratori. Ecco alcuni estratti:

Kevin Fernando, responsabile della fabbrica, ha dichiarato:

“Finora, non abbiamo notato alcuna differenza tra lavorare con Patagonia e lavorare con Primark o Decathlon”

Invece uno dei fornitori di Patagonia, Priya, ha sostenuto come l'ambiente che si è creato in Sri Lanka abbia portato anche a molte sofferenze dal punto di vista psicologico:

“Il manager del mio supervisore è un uomo terribile. Tocca tutti in malo modo, e se dici che non lo vuoi, hai un problema. Mi urla se devo andare in banca o dal dottore. “Allora chi farà il lavoro? Chi raggiungerà l’obiettivo? E non è l’unico. Ci parlano come se fossimo animali.”

Un'altra dichiarazione è stata rilasciata dalla dipendente Dandeniya, alla guida di un sindacato della grande fabbrica dello Sri Lanka:

A causa della crisi, sentiamo sempre più storie dei nostri lavoratori tessili che fanno uso di droghe. Anche nelle fabbriche MAS con cui lavora Patagonia. Lo usano per lavorare più velocemente. A volte anche contro la fame.

Come detto precedentemente, tutto questo stride un po' con quanto invece racconta Patagonia all'esterno. Sì perchè esiste un codice etico e di condotta che la stessa azienda deve rispettare, anche in tutte le fabbriche di produzione secondarie e riguarda diversi punti:

  • divieto di sfruttare minori
  • la tolleranza nei confronti di molestie fisiche,
  • molestie sessuali
  • molestie verbali
  • rispetto delle leggi nazionali.

Per legge interna aziendale i dirigenti di Patagonia non possono chiedere ai lavoratori di svolgere oltre le 60 ore settimanale, oppure gli stessi lavoratori dopo sei giorni hanno il diritto di avere un giorno di riposo, sempre.

Ti starai chiedendo: ma che senso ha avere un codice etico e di condotta auto prodotto? Può essere sempre bypassato?

Effettivamente è una domanda corretta, però proprio per evitare che non venga rispettato la stessa Patagonia ha commissionato una Ong, la Fair Labor Association (FLA) e FairTrade, per procedere con controlli e ispezioni in tutte le fabbriche presenti.

Patagonia ha stabilimenti negli negli Stati Uniti, uno in Portogallo e il resto in altri 12 diversi Paesi.

La Fair Labor Association però nel 2016 ha iniziato a pubblicare tutto ciò che emerse dai controlli fatti e infatti si possono contare a oggi oltre 12 violazioni. Una tra tutte e quella della fabbrica in Vietnam dove 2000 dipendenti non hanno ricevuto una retribuzione adeguata in base agli straordinari svolti, ma non solo. I giornalisti di Follow The Money hanno pubblicato nella loro inchiesta che, in alcune fabbriche Patagonia chiedesse anche il periodo de ciclo mestruale alle donne dipendenti o che nei primi 6 mesi di lavoro, le stesse non potessero rimanere incinta. 

Un altro punto toccato dall'inchiesta riguarda i salari che sembrerebbero non essere in linea con l'etica di Patagonia, in quanto viene espressamente detto che i lavoratori in questo caso sono tra i più sottopagati al mondo.

"In migliaia di stabilimenti, gli operai continuano a lavorare in condizioni deplorevoli, per interminabili ore e sottopagati. – si legge sul sito di Patagonia – Chi trova lavoro nel settore dell’abbigliamento (per la maggior parte donne) è spesso indigente, giovane, privo di istruzione e vive in condizioni disagiate.

Non è purtroppo infrequente che i lavoratori vengano sfruttati, discriminati, molestati, minacciati e raggirati o che si neghi loro il diritto di riunirsi in sindacati. A ciò si aggiungono talvolta un certo lassismo nell’applicazione delle leggi sull’impiego di manodopera e condizioni di lavoro poco salubri e pericolose."

Il danno a livello salariale per i dipendenti è molto alto anche perchè, come nel caso del codice etico, la stessa Patagonia ha assunto un istituto di ricerca che determina la corretta retribuzione. Si chiama "Anker Research Instituteme". In Sri Lanka puoi vivere con un minimo guadagno di 263 euro al mese. I dipendenti in alcuni casi guadagnavano massimo 66 euro.

Le dichiarazioni di Patagonia

In seguito alla pubblicazione del nostro articolo, il 28 giugno 2023 abbiamo ricevuto la seguente replica di Patagonia in merito all'argomento:

"I nostri auditor hanno condotto rigorose indagini sul posto nel corso degli ultimi mesi e non hanno trovato nessuna evidenza che possa confermare le dichiarazioni contenute nei recenti articoli apparsi sui media. Nello specifico, presso Regal Image e Shadowline* non è emersa nessuna evidenza e non sono stati riportati dai lavoratori casi di:

  •  uso di droghe per aumentare le produttività
  •  eccessivo ricorso agli straordinari (oltre le 60 ore)
  •  straordinari non pagati
  •  repressione antisindacale
  •  molestie verbali

Inoltre, nella nostra esperienza in Sri Lanka, non abbiamo mai avuto problemi che non potessero essere risolti direttamente con i nostri partner di produzione. Sette dei nostri partner in Sri Lanka sono certificati Fair Trade USA, il che significa che Patagonia paga un premio destinato direttamente ai lavoratori di queste fabbriche. Patagonia si assume proattivamente anche una responsabilità per i diritti, la salute e la sicurezza dei lavoratori che realizzano i prodotti del marchio nelle fabbriche, negli stabilimenti e nelle aziende agricole e ha istituito diversi programmi di monitoraggio accreditati e continui per garantire il loro benessere. Monitoriamo regolarmente i nostri partner della filiera produttiva, direttamente e attraverso
organizzazioni come Fair Trade, Better Work ILO e Fair Labor Association. Se riscontriamo problemi, collaboriamo con i nostri partner per implementare soluzioni efficaci e durature, come nel caso del nostro impegno per eliminare le tasse per i lavoratori migranti. Da sempre accogliamo con favore ogni tipo di valutazione e osservazione, in ogni aspetto della
nostra attività, e siamo i primi critici di noi stessi quando si tratta di migliorare la nostra azienda e di contribuire a far progredire l'intero settore in cui operiamo. Lo facciamo perché sappiamo che ridimensionare il nostro impatto può portare ai migliori risultati possibili per i lavoratori di tutta l’industria dell'abbigliamento.

*Regal Image e Shadowline non sono partner per la produzione di prodotti finiti per Patagonia. Regal Image è stato esaminato ed è un partner approvato per gli articoli che richiedono un preciso procedimento di stampa, ma non ha ancora contribuito alla realizzazione di nessun prodotto Patagonia venduto (solo alla realizzazione di una quantità limitata di campioni). Shadowline è una divisione di MAS Active, partner di lunga data di Patagonia, per i prodotti che richiedono una stampa. MAS Active è certificata Fair Trade USA."