psicologo a scuola

Uno psicologo in ogni scuola: la proposta di legge degli studenti italiani di fronte al silenzio della politica

Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti medi hanno presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge per istituire presidi psicologici in tutte le scuole e università. Ad appoggiarli anche diversi esponenti dell’opposizione, dal Pd al M5s, ma gli studenti ribadiscono: “È una battaglia senza colore politico, perché riguarda tutti”.
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Maria Teresa Gasbarrone 28 Marzo 2023
* ultima modifica il 30/05/2023
Intervista a Camilla Velotta Membro esecutivo nazionale della Rete degli studenti medi

Per i ragazzi di oggi la salute mentale non è più un'opzione, ma una priorietà. Non lo dicono solo a parole, ma suon di fatti e azioni concrete: il 22 marzo 2023 l'Unione degli universitari (Udu) e la Rete degli studenti medi hanno presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge sul benessere psicologico. L'obiettivo: istituire un presidio psicologico in ogni scuola e università, a prescindere dall'iniziativa della singola Regione o del singolo istituto o università.

"Dato che la politica non se ne sta occupando, abbiamo deciso di farlo noi". Camilla Velotta, membro dell'esecutivo nazionale della Rete degli studenti medi, racconta l'iter che ha portato a questa proposta: "A fine emergenza pandemica ci siamo chiesti come stesse la nostra generazione, ma ci siamo resi conto che il benessere psicologico tra noi ragazzi rappresenta un tema a prescindere dal Covid-19″.

La proposta di legge

Di fronte a una classe politica incapace di dare risposte e di ascoltare i bisogni, Udu e Rete degli studenti medi hanno promosso – insieme al sindacato dei pensionati di Cgil (Spi Cgil) e l'Istituto Ires – un sondaggio rivolto a 30mila studenti in tutti Italia.

Le risposte – pubblicate sul relativo account social "Chiedimi.come.sto" – hanno restituito il quadro di un generazione in preda all'ansia e alla solitudine: "Il sentimento più provato durante il periodo pandemico è stata la noia per il 76% dei rispondenti; emergono anche l’ansia al 59% e il senso di solitudine al 57%. Vi sono poi risultati particolarmente allarmanti: basti pensare che il 28% del campione ha avuto esperienza di disturbi alimentari, mentre il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo".

Il 59% dei 30mila studenti intervistati ha dichiarato di provare ansia

Da questi bisogni rimasti inascoltati è nata la proposta di una legge con cui "istituire – spiega Velotta – servizi di assistenza psicologia, psicoterapeutica e di counseling per prevenire i vari disturbi psicologici che si sviluppano in età evolutiva attraverso un team multidisciplinare che possa basarsi su personale professionista e interfacciarsi con il servizio sanitario territoriale assicurando la presa in carico degli studenti che ne avessero bisogno".

Ripartire dalle scuole

L'obiettivo è quindi quello di creare degli spazi di ascolto e assistenza proprio nei luoghi in assoluto più frequentati dai giovani: le scuole e le università. In modo che il diritto alla salute mentale sia riconosciuto a tutti gli studenti del Paese.

"Chiediamo che lo Stato investa almeno cento milioni di euro all'anno per creare team multidisciplinari di professionisti in ogni scuola"

Udu e Rete degli studenti medi

Lo ha ribadito Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete Studenti Medi: "Abbiamo presentato la nostra proposta di legge che è un primo passo per il riconoscimento del benessere psicologico all’interno del nostro ordinamento giuridico e del nostro Servizio Sanitario Nazionale".

Oggi infatti lo sportello d'ascolto che pure dovrebbe esistere nelle scuole è affidato molto all'iniziativa del singolo istituto con esiti spesso deludenti: "Oggi molte scuole e università offrono un servizio psicologico, ma le risorse economiche e il personale a disposizione sono gravemente insufficienti", sottolineano i sostenitori della proposta di legge e chiedono che "lo Stato investa almeno cento milioni di euro all’anno per arruolare sul territorio dei team multidisciplinari di professionisti, le cui competenze devono garantire l’assistenza in relazione alle necessità specifiche degli studenti”.

Non è una battaglia di bandiera

"Anche se non pensiamo che questo governo ci possa dare le risposte che cerchiamo – spiega Velotta – abbiamo deciso di presentare comunque la proposta di legge perché pensiamo che sia fondamentale continuare a tenere alta l’attenzione sull’argomento".

"Nessuna risposta da parte Il ministro Valditara sulla nostra proposta di elegge, ma ce lo aspettavamo. Per questo è importante continuare a parlare del tema del benessere psicologico"

Camilla Velotta, esecutivo nazionale della Rete degli studenti medi

Finora, spiega la referente, le risposte da parte dell'attuale governo, e nello specifico del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, sono state tutt'altro che soddisfacenti: basta pensare che "anche il bonus psicologo, soluzione temporanea ma utile, quest’anno è stato rifinanziato per soli 5 milioni di euro, con un taglio dell’80% rispetto al finanziamento del 2022″.

È vero che alla conferenza tenuta nella sala stampa della Camera dei deputati per la presentazione della proposta di legge erano presenti diversi parlamentari, alcuni dei quali iscritti al gruppo interparlamentare per la tutela e la promozione della salute mentale: per il Partito Democratico Nicola Zingaretti, Susanna Camusso, Beatrice Lorenzin e Rachele Scarpa; per Alleanza Verdi-Sinistra Italiana Elisabetta Piccolotti e Eleonora Evi, per il Movimento 5 Stelle Elisa Pirro, Carmen Di Lauro, Valentina Barzotti e Antonio Caso.

"Le forze dell'opposizione – spiega Velotta – hanno dimostrato interesse nei confronti delle nostre richieste, ma non ci basta. Da parte del ministro Valditara non abbiamo avuto commenti – ma ce lo aspettavamo -, solo la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha dichiarato di voler dare seguito alle nostre domande. Ma il tema del benessere psicologico non può essere relegato a un tema di questo o quello colore politico, perché riguarda tutti".

Perché il bonus psicologo non basta

Anche se il taglio di risorse al bonus psicologo è stato fortemente criticato come segnale del disinteresse della maggioranza politica al tema della salute mentale, questa misura non è considerata in ogni caso sufficiente a garantire una risposta adeguata al diffuso bisogno di assistenza e ascolto da parte di milioni di studenti in tutto il Paese.

"Il taglio ai finanziamenti destinati al bonus psicologo è la prova della scarsa sensibilità verso questo tema da parte dell'attuale governo"

Camilla Velotta

"Pur essendo uno strumento utile, il bonus psicologo – aggiunge Velotta – ha comunque un valore limitato se pensato in funzione del benessere psicologico dei ragazzi, prima di tutto perché costituisce una risorsa limitata che non può rispondere a questo bisogno collettivo. Inoltre c’è un problema oggettivo per i più giovane: il bonus non è accessibile in modo diretto. Per poterne usufruire infatti un minorenne dovrebbe parlarne prima con i genitori, ma non sempre c’è in famiglia l’apertura mentale per affrontare un discorso simile oppure la forza da parte dell'adolescente di farlo".

Tra i punti sollevati da Rete degli studenti medi e Udu c'è però anche la necessità di tornare a investire sul pubblico: "Il bonus psicologo sostiene la sanità privata, invece noi – sottolinea Velotta – vogliamo implementare tutti quei servizi socio-sanitari che già esistono sui territori e allargare i rapporti tra questi e le scuole".

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