
Non una semplice acqua alta, quella che ha reso le passerelle di Venezia famose tra i turisti di tutto il mondo. Quanto è accaduto nella notte tra martedì 12 e mercoledì 13 novembre è stata una vera e propria inondazione. Il livello ha raggiunto i 187 centimetri in quello che è stato il secondo episodio di questa portata nella storia della città: non accadeva dal 1966. Il risultato? Un'intera laguna in ginocchio, con linee telefoniche interrotte, case sommerse, edifici allagati e danni dal valore inestimabile.
Ma quello che ti deve interessare di più in questa vicenda non è solo il singolo avvenimento. Non si è infatti trattato né di sfortuna, né di una casualità. Le cause risiedono nel cambiamento climatico e nell'innalzamento del livello dei mari, come ha spiegato a Ohga Georg Umgiesser, oceanografo e primo ricercatore per l'Istituto Scienze Marine (ISMAR) del CNR. "A parte la marea astronomica, abbiamo avuto una pressione dell’aria bassissima, credo che abbia raggiunto i 980 millibar. Per ogni millibar in meno, abbiamo un centimetro in più di livello del mare a Venezia. Per cui già in questa situazione abbiamo avuto un contributo di 25/30 centimetri e solo a causa della pressione. Poi ci sono state le raffiche di vento, che erano al di sopra dei 140 km/h sull’Adriatico e che hanno spinto l’acqua verso il nord dell’Adriatico, cioè verso la laguna di Venezia". E poi ha aggiunto: "C’è da preoccuparsi perché questi eventi estremi non vengono dal nulla, vengono perché c’è il cambiamento climatico".
E allora che possiamo fare? La lotta al cambiamento climatico non può essere affrontata da te o da me singolarmente, ma deve coinvolgere tutti, dal mondo politico ai comuni cittadini, passando per il settore produttivo e dei consumi. Su Ohga non facciamo che ripeterlo. Intanto, per guadagnare tempo, la soluzione per Venezia risiede soprattutto nel MOSE, sul quale si sono verificati troppi ritardi e che ora è pronto solo al 93%.
"Se c'era un momento in cui bisognava utilizzare il Mose e capire davvero quanto fosse importante, quello era tre giorni fa – conferma Umgiesser, che rivolge un pensiero alla città che lo ha adottato – Anche se non sono un vero veneziano, abito a Venezia da 36 anni e sono davvero scosso. Vorrei poter fare qualcosa per il futuro di questa città".