Verso l’addio al latte fresco? L’ipotesi dell’industria italiana contro gli sprechi

Secondo la legge italiana il latte fresco ha una vita di sei giorni. Oggi però le abitudini dei consumatori stanno cambiando e spesso una grande quantità di latte fresco resta invenduto o va buttato. Ecco perché alcune aziende italiane stanno lavorando a un latte con scadenza di dieci giorni.
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Roberto Russo 21 Marzo 2023

Presto dai reparti frigo dei nostri supermercati potrebbe scomparire uno dei prodotti tipici dell'alimentazione italiana: il latte fresco. I motivi dietro a quest'ipotesi ventilata da sempre più aziende del settore avrebbero a che fare anche con la siccità e la necessità di ridurre gli sprechi.

Latte in vendita: cosa dice la legge italiana

Secondo le norme attualmente in vigore in Italia con latte fresco si intende quel latte che viene pastorizzato entro 48 ore dalla mungitura e che può essere conservato fino al sesto giorno successivo alla data di trattamento. Lo indica la legge 204/2004. Troppo spesso però parte di questo latte scade prima di essere venduta o anche prima di essere consumata.

Tra le altre cose, questa è anche una conseguenza a lungo termine della pandemia, durante la quale le persone hanno iniziato a frequentare meno negozi e supermercati e ad acquistare prodotti dalla scadenza più lontana. Come per esempio il latte UHT (dall'inglese Ultra High Temperature che sta a indicare una sterilizzazione a temperatura molto elevata per poco tempo), il cosiddetto latte a lunga conservazione.

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Latte e siccità: perché sono collegati?

A questo si aggiunga il fatto che anche a causa del cambiamento climatico l'industria lattiero-casearia sta facendo i conti con un numero di difficoltà non indifferente. Un dato fra tutti: la siccità nel 2022 ha raggiunto dati record con l'estate in assoluto "più secca" degli ultimi 500 anni, indicano i dati del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Per capire in che modo questo ha impattato sulla produzione di latte ti basta pensate che secondo Agreste, il servizio statistico del Ministero dell'Agricoltura francese, proprio nel periodo in cui le mucche da latte si nutrono di più di pascolo, l'erba è diminuita del 21% per via della siccità.

Il latte che scade dopo 10 giorni

Questa congiuntura ha portato anche a un aumento dei prezzi. Ecco perché per contrastarli ed evitare gli sprechi, alcune aziende italiane stanno pensando di immettere sul mercato un nuovo tipo di latte pastorizzato che durerebbe dieci giorni. Secondo analisi di mercato, una soluzione del genere prolungherebbe del 60% la vita commerciale del prodotto.

A tal proposito, Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, spiega: “Abbiamo immesso sul mercato un latte a 10 giorni da latte crudo di Alta Qualità che non si può chiamare fresco, ma che incontra un'esigenza del consumatore, avere un latte a più lunga vita per evitare lo spreco”.

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L'azienda ha spiegato di aver fatto questa scelta dopo i falliti tentativi di far abrogare la legge già citata che impone la scadenza a sei giorni per ottenere la definizione di "latte fresco", ma anche per andare incontro alle nuove sensibilità dei consumatori, sempre più attenti allo spreco.

Anche la Centrale del latte di Milano e quella della Calabria si stanno muovendo in quest'ottica: immettere sul mercato un latte che – pur non potendosi più definire "fresco" in base alla legge italiana – duri più a lungo.