
Il Fit for 55 è finalmente completo. Con oggi martedì 10 ottobre 2023, l'Europa ha definitivamente dato il via libera all'introduzione di tutti i provvedimenti presenti all'interno della legge green per la quale ci si impegna entro il 2030 a ridurre le emissioni di gas serra del 55%. E lo ha fatto approvando le ultime due norme, la RED, ovvero la direttiva sull'energia rinnovabile che prevede una copertura europea pari al 42,5-45% entro sempre il 2030 e la norma per decarbonizzare il trasporto aereo, ovvero la ReFuelEU aviation.
Questi erano gli ultimi due tasselli legati al Fit for 55, una grande legge presentata dalla Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, a luglio 2021 e che finalmente oggi, dopo ben due anni si potrà eseguire.
Il pacchetto Fit for 55 è completo e si compone di 13 proposte legislative che riguardano numerosi settori: da quello energetico a quello agricolo, passando per il ciclo dei rifiuti e per i trasporti (automobili, treni, aerei, navi). Per quanto riguarda quest'ultimo punto, probabilmente il provvedimento più importante è quello di fissare al 2035 lo stop all'immissione sul mercato comunitario dei veicoli alimentati con motori a combustione interna (diesel e benzina, per intenderci). I Paesi membri dovranno quindi accelerare sulla transizione verso un modello più sostenibile di mobilità, investendo sulle infrastrutture necessarie: ogni 60 chilometri ci dovrà essere una stazione per la ricarica elettrica e ogni 150 chilometri per il rifornimento di idrogeno.
Con il pacchetto Fit for 55, la Commissione Europea intende poi rivedere il sistema ETS (Emissions Trade System), ovvero il mercato delle quote di carbonio, per affiancarne uno nuovo che permetta di regolare le emissioni legate al settore dei trasporti e al riscaldamento degli edifici. Per intenderci le leggi sulle Case Green e sui motori endotermici. Si propone inoltre di introdurre una carbon tax alle frontiere per i prodotti importati dall'estero, in base al principio "chi inquina, paga". Questo con l'obiettivo di spingere anche i Paesi extra-europei a ridurre le loro emissioni di gas serra e scoraggiare la delocalizzazione delle attività produttive ad alta intensità di carbonio fuori dal territorio europeo.
C'è un altro fatto da tenere in considerazione. Il peso della transizione ecologica non può e non deve ricadere sulle fasce più vulnerabili della popolazione, alimentando disuguaglianze e tensioni sociali. Per scongiurare questo pericolo, la Commissione Europea ha previsto l'istituzione di un Fondo sociale per il clima – 72,2 miliardi di euro di finanziamenti nel corso di sette anni – per garantire una transizione più equa, contrastare la povertà energetica e sostenere le persone economicamente in difficoltà colpite dalla chiusura di settori industriali inquinanti.