Via libera del Senato al disegno di legge sul biologico. Ecco che cosa prevede

Adesso il testo passa alla Camera per l’approvazione definitiva. Tra le novità ci sono l’introduzione di un marchio bio Made in Italy per quei prodotti biologici che utilizzano solo materia prima italiana, la possibilità di istituire dei distretti del biologico e l’adozione di un piano d’azione nazionale con cadenza triennale per sostenere lo sviluppo del biologico nel nostro Paese.
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Federico Turrisi 21 Maggio 2021

Dopo oltre due anni di stallo, la legge sul biologico in Italia sembra essere ormai in dirittura d'arrivo. Il Senato ha infatti approvato quasi all'unanimità (195 voti a favore, un solo voto contrario e un astenuto) il disegno di legge sull'agricoltura biologica. Per l’approvazione definitiva manca solo l’ultimo passaggio alla Camera, che aveva già dato il via libera alla norma nel dicembre del 2018 e dovrà ora discutere le modifiche approvate da Palazzo Madama. Piccola curiosità: si tratta di uno dei pochi provvedimenti di iniziativa parlamentare di questa legislatura.

Nelle intenzioni del Parlamento, la legge sul biologico dovrebbe rappresentare una grande opportunità per il nostro Paese, che già oggi è leader nel settore e vanta una superficie agricola del 15,8% dedicata al biologico (contro una media europea del 7,8%). Non solo. Il provvedimento si propone di fornire gli strumenti necessari per sostenere la transizione agroecologica e permettere di allineare l'Italia agli obiettivi ambiziosi posti dal Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, che puntano a triplicare la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro la fine di questo decennio.

Le nuove misure

Ma che cosa prevede il ddl n. 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” più nel dettaglio? Tra le misure troviamo l'istituzione di un marchio del biologico italiano di cui potranno fregiarsi quei prodotti biologici ottenuti esclusivamente con l'utilizzo di materia prima italiana. C'è poi la creazione di distretti del biologico a sostegno dell’economia dei territori rurali, e l'adozione di un Piano nazionale con cadenza triennale (che verrà aggiornato annualmente) per supportare lo sviluppo del biologico italiano. 

L'unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l'equiparazione, prevista dal testo, dell'agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti (poi bocciati) per cancellare tale equiparazione, definendo l'agricoltura biodinamica "una pratica esoterica e stregonesca" priva di basi scientifiche. La Cattaneo ha poi votato contro il disegno di legge, mentre Elena Fattori (Leu), che aveva espresso le stesse perplessità sull'agricoltura biodinamica, si è astenuta nel voto finale.

Le reazioni

"Siamo particolarmente soddisfatti per l'approvazione in Senato della legge sull'agricoltura biologica, che stavamo aspettando da oltre 15 anni", afferma Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. "Si sblocca finalmente una norma attesissima da tutto il mondo del biologico e dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell'ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi, per riuscire così a cogliere tutte le opportunità di questa fase di cambiamento strategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in tutta Europa".

FederBio giudica "estremamente positiva" anche la delega al Governo per la revisione e razionalizzazione della normativa sui controlli, che rafforza il sistema delle verifiche all'insegna di una maggiore trasparenza grazie anche all'impiego di piattaforme digitali e alla semplificazione delle norme. "Il Piano Strategico italiano – prosegue Mammuccini– deve puntare su obiettivi ambiziosi di crescita del biologico e attivare tutti gli strumenti necessari per raggiungerli, sia in termini di aumento della produzione agricola che in termini di crescita della domanda di prodotti bio da parte dei cittadini, per favorire l'incremento della produzione e dei consumi. Per il nostro Paese il biologico rappresenta un'opportunità strategica per contribuire alla transizione ecologica, alla valorizzazione del territorio rurale e a creare spazi innovativi per giovani e donne che vogliano lavorare in agricoltura".

Esprime soddisfazione anche Coldiretti. "Il provvedimento appena licenziato dal Senato in attesa dell’approvazione definitiva alla Camera, prevede tra l’altro – si legge in una notaanche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. La possibilità di riconoscere i prodotti di origine nazionale rafforza la leadership dell’Italia che è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a 80.643 gli operatori coinvolti, mentre anche le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari".

La notizia è stata accolta con favore anche da Cia-Agricoltori Italiani e Anabio, per cui il testo approvato dal Senato costituisce "la forma più avanzata per consentire al biologico italiano di produrre valore per il Paese, di recepire le esigenze dei cittadini, di essere coerente con le diverse strategie Ue". Inoltre, conclude il comunicato diffuso dall'associazione, "avere una legge nazionale sul bio vuol dire poter contare concretamente su un pilastro fondamentale per la costruzione del futuro agricolo come indicato dal Green Deal europeo che vede proprio nel biologico uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità".