
Oggi è il World Turtle Day. Tutti gli anni, il 23 maggio si celebra la Giornata Mondiale della tartaruga, per riportare al centro dell’attenzione un animale a grande rischio di estinzione. L’iniziativa è stata lanciata nel 2000 dall’American Tortoise Rescue, un’organizzazione no profit sita in Malibu, California, con lo scopo di combattere lo sfruttamento delle tartarughe a scopo commerciale, particolarmente diffuso negli Stati Uniti e in Cina.
Le tartarughe sono, infatti, una specie in pericolo: secondo il WWF ogni anno circa 150mila esemplari finiscono catturati negli strumenti utilizzati per la pesca nel solo Mediterraneo; di queste almeno 40mila non sopravviveranno. Le minacce principali per questa specie sono le reti a strascico, gli ami, ma anche la cementificazione, l'inquinamento e il degrado delle coste.
Nel 1973 è stata firmata a Washington la Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES) che a tutt’oggi considera le tartarughe mediterranee tra le specie più a rischio. C'è poi la Lista Rossa IUCN, istituita ancora prima, nel 1948, che consiste nel più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il pianeta. Questa lista può essere considerata come il più autorevole sistema di classificazione delle specie a rischio di estinzione, anche quando parliamo di tartarughe.
Nella Lista Rossa IUCN compare la Tartaruga Liuto (Dermochelys coriacea), rara ma ben distribuita sul territorio, è la più grande tartaruga esistente al mondo. C'è poi la Tartaruga Embricata (Eretmochelys imbricata), che vive in acqua ed è a rischio di estinzione a causa dell'impatto umano; le sue uova, infatti, vengono ancora mangiate nonostante questa specie sia sulla lista delle specie protette. Vengono spesso uccise per le loro carni e il loro guscio, o restano intrappolate nelle reti da pesca. Tra le tartarughe minacciate c'è anche la Testuggine raggiata (Astrochelys radiata), diffusa nel Madagascar meridionale e considerata prossima a estinguersi.
La Tartaruga di Kemp è la specie a maggior rischio di estinzione fra tutte le tartarughe marine: con appena un migliaio di esemplari femmine in grado di nidificare, la loro sopravvivenza è seriamente minacciata; alla base del rischio di estinzione c'è anche l'eccessivo sfruttamento delle uova nell'ultimo secolo. E malgrado in tempi recenti siano state prese diverse misure per proteggere la specie, le tartarughe di Kemp non sono riuscite a riprendersi.
Specie in pericolo sono quelle che hanno una probabilità di estinzione del 20% nelle prossime cinque generazioni, o la cui popolazione è ormai sotto i mille esemplari, o che si sono ormai ridotte del 55-79%. Sempre parlando di tartarughe, in questa categoria si trova la Caretta Caretta, la tartaruga marina più comune del mar Mediterraneo, ma anche la Tartaruga Verde o Franca (Chelonia mydas) che vive nei mari tropicali e subtropicali, ma che è anche presente nel Mediterraneo lungo le coste italiane.
La Tartaruga bastarda olivacea, così chiamata per il colore verdastro del guscio e della pelle, è imparentata con la Tartaruga di Kemp, e insieme sono le più piccole tartarughe marine al mondo. Anche se la Tartaruga olivacea è considerata la specie più numerosa tra le tartarughe marine, la sua sopravvivenza è in pericolo: la popolazione mondiale di femmine si aggira attorno agli 800mila esemplari ma, specialmente nell'Atlantico occidentale, il loro numero è notevolmente diminuito.
E poi c'è la Tartaruga a dorso piatto, anche nota come tartaruga piatta. Vive nel mare tra la Nuova Guinea e il nord dell’Australia. Questa specie è fortemente minacciata perché carne e uova vengono ancora cacciate; a questo si aggiungono la cattura accidentale nelle reti di pesca, la distruzione delle coste dove nidificano, l’inquinamento e la carenza di nutrimento.
Sono considerate vulnerabili le specie che si sono ridotte del 25-54% o che hanno una probabilità del 10% di estinzione nei prossimi cento anni, o ancora la cui popolazione è ormai sotto i 2500 esemplari. Tra le specie vulnerabili c'è la Tartaruga Gigante delle Galapagos, un esemplare che può raggiungere anche i 300 kg di peso e che ha in natura un’aspettativa di vita di 150-200 anni.
La Tartaruga gigante di Aldabra è la seconda più grande tartaruga terrestre dopo quella delle Galapagos. Sulla Terra ne esistono ormai dai 33mila ai 100mila esemplari e si ritiene che siano le uniche sopravvissute di un più grande gruppo di 18 diverse specie di tartarughe che una volta viveva nelle terre dell’Oceano Indiano, estinte a causa della caccia e della predazione delle uova.