10.000 litri d’acqua al giorno per ogni campo da calcio: ecco l’impronta idrica dei Mondiali in Qatar

Il Qatar, dove si svolgeranno i prossimi Mondiali di calcio, per avere acqua potabile in abbondanza deve fare affidamento sulla dissalazione dell’acqua salata. Questa pratica, che ha un impatto ambientale importante poiché sfrutta combustibili fossili come gas e petrolio, sarà ancora più utilizzata durante l’imminente manifestazione.
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Martina Alfieri 10 Ottobre 2022

Il prossimo 20 novembre ci sarà il fischio d’inizio dei Mondiali di calcio in Qatar. E anche se il nostro Paese è stato escluso, con grande dispiacere per molti, la manifestazione sarà seguitissima. Ma sappiamo che impatto avrà sull’ambiente? Secondo il Guardian, che riporta i dati dichiarati da un ingegnere civile al lavoro dal 2007 negli stadi del Qatar, ogni campo da calcio richiederà, per l'irrigazione, almeno 10.000 litri di acqua al giorno.

Il Qatar, emirato che confina a sud con l’Arabia Saudita, basa la propria ricchezza economica principalmente sui suoi giacimenti di petrolio, utilizzato anche per ottenere il bene più prezioso: l’acqua. Nella regione, infatti, l’accesso all’acqua dolce è molto difficile e il metodo principale per ottenere acqua potabile è la dissalazione (o desalinizzazione).

Si stima che il ricorso alla dissalazione aumenterà del 37% nei prossimi cinque anni a causa della domanda crescente di acqua nel Golfo Persico, ma questo significherà anche un maggior spreco di combustibili fossili: gli impianti per la depurazione, per funzionare, utilizzano gas e petrolio.

Il 43% della dissalazione mondiale avviene nei Paesi del Gulf Cooperation Council (GCC) che, nonostante la scarsità delle risorse idriche che possiedono, sono tra i maggiori consumatori d’acqua la mondo. Basti pensare agli Emirati Arabi – sede di megalopoli energivore come Abu Dhabi e Dubai – dove il consumo pro capite di acqua è pari a 500 litri al giorno: il 50% più alto rispetto alla media mondiale.

I prossimi Mondiali di calcio hanno già fatto discutere a causa delle violazioni in materia di diritti umani che avrebbero colpito in particolare in questi ultimi anni – come ricordato anche da Amnesty International– i lavoratori migranti coinvolti nell’organizzazione della manifestazione.

Spesso sottovalutiamo le conseguenze ecologiche delle attività sportive e ricreative: proprio nei mesi scorsi, nel pieno della siccità, gli ambientalisti francesi guidati da Extinction Rebellion hanno protestato contro gli sprechi idrici cementando le buche dei campi da golf. In futuro sarà importante ridurre al minimo l’impatto dei grandi eventi, che attirano l’interesse di milioni di persone e che possono contribuire a orientare anche le scelte dei singoli cittadini.