Alberi contro CO2: la piantumazione per diminuire la quantità di anidride carbonica nell’aria

L’idea originale non è quella del primo ministro australiano Scott Morrison, ma di un ragazzino tedesco di soli 9 anni che si è messo a piantare alberi e ha permesso all’associazione Plant for the Planet di farsi conoscere in tutto il mondo. Perché piantare alberi sembra proprio una delle prime soluzioni da mettere in pratica per ridurre la CO2 nell’ambiente.
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Gaia Cortese 21 Aprile 2019

Un albero produce ossigeno e cattura anidride carbonica. Su Ohga abbiamo già affrontato l’argomento parlando di adozioni a distanza di alberi, con il chiaro obiettivo di neutralizzare con ogni mezzo possibile, anche nel nostro piccolo, l’enorme quantitativo di CO2 che liberiamo nell’aria ogni giorno. La soluzione quindi è piantare alberi? Non solo, ma contribuisce sicuramente ad avere un’aria migliore.

Gli alberi producono ossigeno, puliscono l’aria dalle polveri sottili, aumentano la biodiversità, riducono anche del 20% i consumi legati al riscaldamento e al raffreddamento. Non solo. Nelle grandi metropoli oltre a migliorare l'aspetto puramente estetico della città, proteggono anche dall’inquinamento acustico.

Così non sorprende che il Primo Ministro australiano Scott Morrison, durante una sua visita in Tasmania, abbia annunciato di aver finanziato un piano per piantare oltre un miliardo di nuovi alberi per aiutare a raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti nell’ultima Conferenza Internazionale sui cambiamenti climatici di Parigi.

Plant for the Planet

Il primo ministro australiano non ha fatto altro, ma a lui tutti i meriti, di concretizzare (e finanziare) un'operazione lanciata alcuni anni fa da un bambino tedesco di appena 9 anni: Felix Finkbeiner. A lui si deve la nascita di un'associazione, Plant for the Planet, a cui possono iscriversi solo bambini e ragazzi under 21 che hanno un unico obiettivo comune: piantare alberi. In Italia lo ha fatto un ragazzo di 17 anni, Giovanni Atzeni, riuscendo in un'impresa davvero esemplare: iniziando all’età di 11 anni, è arrivato a piantare da solo oltre 400 alberi, tra lecci, roverelle, olivastri e carrubi, trovando gli spazi, chiedendo i permessi, chiamando alla partecipazione tante persone e coinvolgendo l’Ente Foreste.

Il Progetto Gaia a Bologna

C'è poi l'esempio di Bologna. Qui, con il progetto Gaia, alcune aziende del territorio, aiutate dal finanziamento di alcuni fondi europei, hanno partecipato alla piantumazione di oltre 1.300 alberi. Sono stati così piantati aceri, allori, fotinie, gelsi, olmi e tigli, oltre ad altre varietà di albero, con la caratteristica comune di possedere un alto potenziale di assorbimento degli inquinanti.

È infatti importante selezionare gli alberi più adatti a crescere in città, scegliendo magari quelli che perdono poche foglie in inverno in modo da ridurre i costi legati alla raccolta delle stesse, o quelli più adatti ad assorbire il rumore o ancora, ad essere piantati lungo le strade.

Al progetto hanno poi collaborato gli stessi cittadini, con il progetto Radici: hanno organizzato un crowdfunding per per raccogliere i soldi necessari all’acquisto delle piante e per occuparsi della loro gestione. Come? Ricevendo dal Comune la quota per la manutenzione del verde destinata alla zona adottata e integrandola con piccole donazioni.