Albero del paradiso o dell’inferno? Cosa dovresti sapere dell’ailanto

L’alianto è un albero molto conosciuto per la sua capacità di diffondersi in ogni dove, tanto da essere considerato infestante. Ma forse ne hai sentito parlare per il miele che si ricava dai suoi fiori, dal sapore fruttato molto gradevole, con un retrogusto di uva moscata, pesca e fico. Senza dubbio, un ottimo dolcificante.
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Gaia Cortese 22 Marzo 2021

Conosciuto con il nome di albero del paradiso, o albero del sole,  l’ailanto (Ailanthus altissima) è un albero appartenente alla famiglia della Simaroubacee, ci cui si contano circa 20 generi e almeno 150 specie originarie sia delle aree tropicali e subtropicali sia delle regioni temperate del continente asiatico.

Di tutta la famiglia l’ailanto è l’albero più conosciuto, ma forse più che per le sua qualità, per i problemi che porta nelle terre coltivate e non. Questa pianta, infatti, è considerata infestante per via della sua straordinaria capacità di generare polloni (ossia quei rami che si sviluppano alla base dell’albero) ed è per questo che riesce a replicarsi molto facilmente e a propagarsi in breve tempo.

Caratteristiche della pianta

L’ailanto è un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza, ma di norma si ferma ai 15, 20 metri; ad ogni modo è per questo motivo che viene chiamato anche “albero del paradiso”. Ama il clima temperato, ma si adatta anche a climi più caldi e più freddi. Cresce in qualsiasi tipologia di terreno, ma quello che preferisce è umido: qui è in grado di sviluppare radici molto profonde e per questo può arrivare anche a creare danni intorno a sé.

Tronco

Il suo fusto è eretto, mentre la corteccia varia nel tempo: inizialmente è liscia e di colore grigio, poi assume un colore marrone con delle striature più chiare.

Foglie

Le foglie dell’albero, nel momento in cui vengono sfregate, producono un odore un po’ sgradevole, simile a quello dei fiori del biancospino; possono essere lunghe fino a 90 cm, sono piuttosto larghe, dalla forma pennata, disposte in modo alternato su tutto lo stelo. A loro volta, contengono circa una dozzina di foglioline più piccole, disposte a coppie e alla base della foglia si trova la ghiandola che produce il cattivo odore di cui si accennava.

Fiori

Neppure l’odore dei fiori viene segnalato come particolarmente gradevole. I fiori si presentano in infiorescenze che raggiungono lunghezze anche di 50 cm e che possono variare dalle tonalità verde chiaro a quelle più rossicce. Ad ogni modo per l’odore sgradevole che emana l’albero viene chiamato anche albero dell’inferno, giusto per rendere l’idea. La fioritura avviene dal mese di maggio all’inizio del mese di luglio.

Frutti

I frutti sono riuniti in gruppi, come le infiorescenze. Hanno un colore verdognolo che tende ad assumere una colorazione brunastra-rossiccia a maturazione completa. Sui rami dell’albero i frutti possono essere visibili per la durata di tutti i mesi invernali.

Miele di ailanto

Nel momento in cui le api si nutrono dei fiori di questa pianta, viene creato un miele monoflora, quello conosciuto come miele di Alianto. Dal caratteristico gusto fruttato, simile all'uva moscata, alla pesca o al fico, questo tipo di miele spesso aggiunge un sapore molto gradevole a moltissimi generi di miele millefiori, oltretutto è un ottimo dolcificante per le tisane e non solo.

Tossicità

Le foglie dell'Alianto, e la pianta stessa, possono essere dannose per l’organismo umano. Nonostante parti di quest'albero vengano usate anche in ambito farmaceutico (ma in ridottissime quantità), un uso non controllato viene fortemente sconsigliato proprio a causa della sua tossicità. Il rischio è quello di veder comparire sull'epidermide dermatiti o altri tipi di irritazione cutanea. In caso di reazione allergica forte è consigliabile rivolgersi al proprio medico di fiducia.

Disinfestazione

La principale caratteristica di questa pianta è il fatto di essere infestante: non solo si diffonde facilmente, ma rende anche difficile l'attecchimento di altri tipi di piante nei suoi dintorni. Per evitare che si diffonda troppo, la prima cosa da fare è eliminare sul sorgere le piccole piante, eradicandole totalmente. Successivamente, è fondamentale eliminare anche tutte le pannocchie che contengono i semi, evitando quindi che maturino.

Altra operazione da compiere è tagliare regolarmente i polloni, che ormai abbiamo imparato a conoscere, in modo da "scoraggiarli" sul nascere. Altri interventi possibili sono la somministrazione di specifici erbicidi ed eventualmente la cercinatura del tronco (che consiste nel rimuovere la corteccia).