Alcuni animali stanno cambiando forma e dimensioni come risposta al cambiamento climatico

Secondo un nuovo studio, alcune specie di uccelli e mammiferi stanno modificando la loro fisiologia per adattarsi a un clima più caldo. Qualche esempio? Il becco di alcuni pappagalli australiani è cresciuto del 4-10% rispetto a 150 anni fa, e allo stesso modo è stato riscontrato un ingrandimento nelle orecchie dei conigli selvatici e nelle ali dei pipistrelli.
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Federico Turrisi 10 Settembre 2021

Che la crisi climatica sia la minaccia più grave per l'umanità non lo dicono i giornalisti allarmisti o un gruppo di ambientalisti invasati. Lo dice la scienza, e lo hanno ribadito lo scorso mese gli esperti dell'Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Se non interveniamo subito per contenere le emissioni di gas serra e dunque il riscaldamento globale, rischiamo di andare ben oltre il limite dei due gradi centigradi sopra la media dell'era pre-industriale stabilito dagli Accordi di Parigi del 2015.

La natura sta già rispondendo all'aumento della temperatura media terrestre. Alcune specie animali rischiano di andare incontro all'estinzione, altre si spostano (migrando verso nord, nel caso dell'emisfero boreale, o magari salendo più in quota), altre ancora cambiano forma e dimensioni. Un nuovo studio, apparso sulla rivista "Trends in Ecology & Evolution" e guidato dalla biologa Sara Ryding della Deakin University, in Australia, ha preso in considerazione gli animali a sangue caldo – uccelli e mammiferi, quindi – e ha evidenziato come alcune specie stiano mutando in maniera lenta proprio la loro conformazione fisica per adattarsi a un clima più caldo.

Forse non sai che gli uccelli per disperdere il calore (attività fondamentale per regolare la temperatura corporea) utilizzano il becco, mentre certi mammiferi, come gli elefanti e i conigli, usano le orecchie. Per esempio, i ricercatori hanno notato che in alcuni pappagalli australiani il becco è cresciuto tra il 4 e il 10% negli ultimi 150 anni. Allo stesso modo, il toporagno mascherato, diffuso soprattutto nel Nord America, ha incrementato le dimensioni di zampe e coda. E gli studiosi hanno registrato ingrandimenti anche per quanto riguarda le ali dei pipistrelli nelle aree tropicali e le orecchie dei conigli selvatici.

Sembrano cambiamenti impercettibili, ma in realtà hanno un significato rilevante. Se infatti gli animali non riuscissero più a tenere sotto controllo la temperatura del loro corpo, a causa delle temperature più elevate potrebbero non sopravvivere nei loro habitat. Intervistata dal Guardian, Ryding ha fatto sapere che il prossimo passo sarà studiare i mutamenti degli uccelli australiani attraverso la scansione 3D sui fossili conservati nei musei, risalenti agli ultimi 100 anni, in maniera tale da raccogliere informazioni più dettagliate sui meccanismi di adattamento delle specie animali.

Fonte | "Shape-shifting: changing animal morphologies as a response to climatic warming", pubblicato su Trends in Ecology & Evolution il 7 settembre 2021.