
Un bollettino che speriamo di non dover aggiornare più, ma che purtroppo attualmente registra 5.500 vittime accertate, 7000 feriti e 10mila dispersi. Per questo motivo il portavoce del Servizio di ambulanza e soccorso, Osama Alì teme che possano esserci 20 mila morti solamente nella città di Derna. L'uragano Daniel, le alluvioni e le inondazioni provocate dal crollo di due dighe lungo il fiume Wadi hanno causato anche una vera e propria crisi umanitari in tutta la città e anche l'Onu teme che ci siano, oltre alle vittime, 30mila sfollati in tutto il Paese. Infatti su tutta la popolazione si sono riversate oltre 33 milioni di metri cubi di acqua provenienti proprio dalle due dighe distrutte.
Adesso proviamo a sintetizzare quanto già detto in un precedente articolo sul danno ambientale che l'uragano ha provocato in Libia. Negli ultimi tre giorni sono precipitati circa 227 millimetri cubi di pioggia e con venti che arrivavano fino a 180 km/h. Nella stessa area solitamente le precipitazioni non superano i 2mm sempre contando la media di tre giorni. Con questo dato forse si può comprendere la portata del devasto che l'uragano Daniel ha provocato sulle coste della Cirenaica.
La tempesta Daniel è l'ennesimo evento estremo che colpisce il bacino del Mediterraneo nell'estate 2023. Si tratta di un TLC, ovvero un Tropical-like-cyclon, che ha già provocato morti e distruzione in Grecia, Bulgaria e Turchia prima di raggiungere la Libia. La sua formazione è stata favorita dall'innalzamento delle temperature dei mari che risultano anche di 3°C o 4°C gradi superiori alla media stagionale. Quando arriva un fronte di aria fredda, la grande quantità di energia termica che si è accumulata si trasforma in cinetica e dà vita a un moto vorticoso, tipico degli uragani. È quindi un altro effetto del caldo record che abbiamo vissuto in questi mesi e che provocato inoltre un aumento della quantità di acqua evaporata e poi rilasciata. Una conseguenza evidente e tragica della crisi climatica in corso.
Adesso la Libia però deve e dovrà pensare a come procedere con le operazioni di soccorso e anche il sindaco della città più colpita, Derna appunto, è preoccupato di quel che potrebbe accadere:
“Temo che la città venga contagiata da un'epidemia a causa del gran numero di corpi sotto le macerie e nell'acqua”. Lutfi al-Misrati, direttore della squadra di ricerca, ha detto ad Al Jazeera: “Abbiamo bisogno di sacchi per i corpi”.
Dall'Italia sono già partiti i primi aiuti con Vigili del Fuoco, Protezione Civile che aiuteranno in prima linea gli operatori locali per far fronte a una vera e propria crisi umanitaria.