A volte per farsi ascoltare bisogna fare la voce grossa. È quello che negli ultimi mesi stanno facendo diversi gruppi di ambientalisti statunitensi che pur di far rispettare le leggi a tutela dell'ambiente sono arrivati a ricorrere alle vie legali direttamente contro i governi coinvolti.
I casi più recenti riguardano lo stato della Florida e quello del Montana. Il primo è stato citato in giudizio a difesa dei coralli in Florida e nelle isole dell'Oceano Pacifico; lo stato del Montana invece è finito sotto accusa perché sostiene – incostituzionalmente secondo gli ambientalisti – i combustibili fossili.
Il Center for Biological Diversity ha citato in giudizio il National Marine Fisheries Service per non aver protetto 12 specie di corallo intorno alla Florida e alle isole dell'Oceano Pacifico. Si tratta del corallo pilastro (Dendrogyra cylindrus), del corallo stellato di montagna (Orbicella faveolata) e di altre specie che pur essendo state elencate nell'Endangered Species Act – un elenco delle specie che necessitano di particolari tutele perché a rischio estinzione – nel 2014, non hanno ricevuto la designazione di habitat critico richiesta dalla legge.
Intento della causa, infatti, è contestare il fatto che il National Marine Fisheries Service non abbia finalizzato la designazione di habitat critico per i coralli entro un anno dalla loro proposta, come richiesto dalla legge sulle specie minacciate di estinzione.
“Le barriere coralline sono la spina dorsale di un oceano sano, ma i funzionari federali non stanno dando loro l'habitat protetto di cui hanno bisogno per prosperare”, ha dichiarato Emily Jeffers, avvocata del Center for Biological Diversity. “Il cambiamento climatico ha inferto un duro colpo a queste specie, aumentando le minacce esistenziali del riscaldamento e dell'acidificazione degli oceani. Dovremo affrontare l'inquinamento da gas serra per garantire davvero la sopravvivenza dei coralli. Ma la designazione di un habitat può migliorare la qualità dell'acqua, aiutando così queste specie sofferenti”.
Le popolazioni di corallo sono diminuite drasticamente a causa dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento e della pesca eccessiva. Si stima che il 50% delle barriere coralline di tutto il mondo sia già andato perduto a causa dei cambiamenti climatici e circa un terzo delle specie di corallo che costruiscono le barriere coralline sono a rischio di estinzione.
Nel Montana, invece, sono stati dodici ragazzi dai 5 ai 21 anni hanno a fare causa contro lo Stato. Il motivo? La politica del governo a sostegno dei combustibili fossili non tutelerebbe il loro diritto costituzionale a vivere in un ambiente sano.
L'iniziativa, simile ad altre portate avanti in varie zone del mondo, rappresenta un unicum perché per la prima volta si tira in ballo la Costituzione di uno Stato (il Montana, appunto), che ha due articoli precisi. Il numero 3 dice testualmente: “Tutte le persone nascono libere e hanno alcuni diritti inalienabili. Essi includono il diritto a un ambiente pulito e salubre”. Il 9, dal canto suo, ribadisce: “Lo Stato e ogni persona devono mantenere e migliorare un ambiente pulito e sano nel Montana per le generazioni presenti e future”.
L'azione legale parte dal fatto che il governatore del Montana, Greg Gianforte, non solo ha ritirato lo Stato da quel gruppo di enti politici che si impegnano a tagliare le emissioni di gas serra (US Climate Alliance), ma ha anche firmato due leggi che evitano la chiusura delle centrali a carbone.