Di quanti regimi alimentari che si possono adottare hai sentito parlare? Quante diete ti sono state consigliate? A quale cibo o bevanda hai rinunciato? A livello nutrizionale esistono varie soluzioni che si possono apportare per migliorare la salute del proprio organismo, ma anche per essere il più sostenibile possibile, salvaguardando così il benessere del Pianeta. Esiste però una cosa a cui difficilmente rinunciamo: "il caffè". Ognuno di noi beve uno, due o tre caffè al giorno, altri anche di più, ma sai quanto può essere inquinante se consumato non nel corretto modo? Cerchiamo di essere consapevoli sul fatto che quando si parla di caffè, si parla anche di una delle produzioni più inquinanti al mondo. Esistono però delle soluzioni ecologiche che sicuramente impattano meno.
Prima delle soluzioni però cerchiamo di capire bene quanto il consumo di caffè impatti sul nostro Pianeta. Il consumo globale di caffè è in costante aumento da quasi 30 anni e l'inquinamento che deriva dalla preparazione del caffè a casa è solo la punta dell'iceberg. Prima della tazzina di caffè che bevi ogni mattina a colazione ci sono diversi passaggi, a partire dalla produzione agricola dei chicchi di caffè, il loro trasporto, la tostatura e la macinazione dei chicchi. Indipendentemente dal tipo di preparazione del caffè, che sia moka, capsule o altro, la produzione di caffè è la fase che emette più gas serra e contribuisce a circa il 40% delle emissioni totali del ciclo di vita del prodotto.
Ora, la punta dell'iceberg può essere controllata, gestita direttamente da noi, che dovremmo far attenzione al dosaggio del macinato per una moka e al riciclo delle capsule di caffè, oppure trovare metodi alternativi come l'utilizzo direttamente dei chicchi.
Quello che, invece, come abbiamo sottolineato, è difficile controllare, è la produzione del caffè e le sue piantagioni e questa risulta essere una delle più inquinanti al mondo e porta i terreni a essere sempre meno resilienti. Insomma un bel giorno di caffè, se dovessimo continuare in questa direzione non ci sarebbe più.
Appurato di questo, bisogna poi fare la distinzione nelle diverse preparazioni del caffè a casa, che come detto sono la punta dell'iceberg, ma allo stesso tempo sono anche quelle che più possiamo controllare, gestire e migliorare autonomamente. E perché non farlo allora?
Le macchinette del caffè in capsula hanno iniziato a spopolare intorno all'inizio del 2010, almeno in Italia e il primo pensiero andava alla riduzione del tempo da impiegare per far uscire il caffè. Niente più attese dell'acqua che bolle nella moka o della preparazione della moka stessa. Solo una cialda da inserire, un tasto da premere e via… pronto il caffè.
Questa invenzione ha sì diminuito i tempi di attesa, ma ha anche inquinato maggiormente il Pianeta. Questo perché la capsule con dentro il caffè è quasi impossibile da ripulire correttamente e successivamente riciclare. Nel 2019 in una puntata di Report si stimava che circa 1 miliardo di capsule in plastica e alluminio non riciclabili finiscano ogni anno nelle discariche o negli inceneritori, alimentando pesantemente l’inquinamento ambientale.
Se, per quanto riguarda il consumo di plastica, la cialda è molto inquinante, per quanto riguarda il consumo di caffè, invece, è più sostenibile della moka. E questo perché all'interno di una cialda sono inseriti circa 5-7 grammi di caffè. Nella moka il dosaggio è libero (fino a un certo punto, ma sempre libero) e mediamente ci sono 16-18 grammi di caffè. Come detto precedentemente la fase più inquinante è quella della produzione del caffè e per la moka la produzione deve, per forza di cose, essere maggiore rispetto alla macchinetta.
Esiste una soluzione che possa limitare i due diversi impatti? Ovvero gli impatti sul consumo di plastica e sul dosaggio del caffè? La risposta è sì e ci sono alcune aziende nel mondo che applicano strategie sostenibili ed efficace. Te ne racconto una.
"Un caffè sostenibile ed equo solidale, che riduce la produzione di scarti derivanti dalle capsule e garantisce la qualità della filiera, grazie al rapporto diretto con i coltivatori in tutto il mondo". Questo il progetto di INCAPTO, la startup spagnola, ora operativa anche in Italia, che promuove il consumo di specialty coffee in grani, nata in piena pandemia a Barcellona con lo scopo di proporre un’alternativa alle capsule.
In sostanza l'obiettivo dell'azienda spagnola è quella di, da un lato promuovere il consumo di caffè in chicchi e dall'altro lato recuperare il caffè all'interno delle capsule. Incapto, infatti, ha già risparmiato 5.264.421 di capsule e trasformato 300 kg di fondi in 212 kg di funghi.